Montegiorgio, bullismo alla materna. "Intervenire subito"

Illustrati i risultati di una ricerca su 4.200 persone tra studenti e genitori

DIBATTITO Al teatro Alaleona si è parlato di presente e futuro

DIBATTITO Al teatro Alaleona si è parlato di presente e futuro

Montegiorgio (Fermo), 18 marzo 2019 - Seppur con pochi casi il fenomeno del bullismo è presente anche nelle scuole e negli istituti superiori dell’entroterra Fermano. Grazie al progetto del Misap (Multidisciplinary Institute for crime prevention) è stato possibile fornire a studenti, genitori e insegnanti importati strumenti di contrasto. Si è tenuto al teatro Domenico Alaleona di Montegiorgio il convegno dal titolo ‘Oltre il Bullismo: riconoscere il fenomeno per migliorare il futuro’, promosso dal Misap di Ancona e dal Rotary Alto Fermano Sibillini.

Un incontro ideato per diffondere i dati di una ricerca effettuata su 4.200 soggetti che ha coinvolto studenti, genitori, docenti e personale Ata delle scuole Ite e Liceo scientifico Medi, Iti Montani sezione di agraria di Montegiorgio; gli Isc di Montegiorgio, Falerone e istituto Omnicomprensivo di Amandola.

Ospiti e relatori il generale in congedo Rosario Aiosa, una vittima di bullismo Agnese Pulichino, la direttrice del Misap Annamaria Mandese, il coordinatore del dipartimento di scienze criminologiche del Misap Giacomo Salvatelli, la dottoressa di ricerche socio-giuridiche Annamaria Caraffa, i giornalisti Luca Pagliari e Vincenzo Varagona.

Le ricerche effettuate hanno permesso di costruire l’identikit del bullo: si tratta di un soggetto con spiccate caratteristiche di arroganza e prepotenza, che ha bisogno di sostenitori che lo ammirano e dell’indifferenza del tessuto sociale; una persona che indossa la maschera del carnefice per nascondere una fragilità narcisistica. «Le verifiche hanno dimostrato – spiega Annamaria Mandese – che i bulli iniziano a manifestare i primi segnali già nella scuola materna, ma gli episodi si svelano con chiarezza già in seconda e terza elementare. Circa il 60% dei bulli già a 24 anni entra a far parte di situazioni di microcriminalità.

Nella maggior parte dei casi è difficile intervenire per cercare di recuperarli. Mentre è possibile fare molto per i bullizzati se opportunamente aiutati. Chi è vittima di bullismo tende ad isolarsi perché si vergogna, si sente inadeguato per la società. Il primo passo è parlarne magari approntando un percorso con uno psicoterapeuta. La seconda fase è la denuncia alle autorità, infine la ricostruzione della propria identità».