"Morta per una diagnosi errata, vogliamo il risarcimento"

Ristoratrice uccisa da una metastasi dopo il tumore al seno. Azione contro Area Vasta 4 e Villa Pini

L’avvocato Fabrizio Giustozzi

L’avvocato Fabrizio Giustozzi

Fermo, 20 giugno 2019 - Dopo la morte di una ristoratrice, i familiari chiedono un risarcimento alla Sanatrix, società della clinica Villa Pini di Civitanova, e all’ospedale di Amandola: la signora è morta per un tumore che, secondo una consulenza tecnica dei congiunti, sarebbe stato mal diagnosticato e quindi mal curato.

La storia della donna, titolare di un ristorante a Montefortino, inizia nel 2006 quando, a 52 anni, scopre di avere un tumore al seno. All’ospedale di Amandola viene sottoposta a una quadrantectomia, dopo la quale viene rassicurata sulla riuscita dell’intervento. Ma dieci anni dopo le viene diagnosticata un’altra neoplasia, allo stomaco. La paziente si rivolge alla clinica civitanovese, dove viene sottoposta a una gastrectomia allargata, con parziali asportazioni anche del pancreas e del colon e l’asportazione della milza. Dopo questa operazione,la donna viene sottoposta a nove cicli di chemioterapia, mirati a sconfiggere il tumore allo stomaco.

Ma le cure purtroppo non danno i risultati attesi, così nell’ottobre del 2017 la paziente si rivolge all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Alla fine si scopre che la ristoratrice aveva avuto la metastasi del carcinoma mammario, contro la quale la cura per il tumore allo stomaco sarebbe stata non solo inutile, ma anche dannosa. Pur avendo resistito quasi due anni in quelle condizioni, il 29 luglio dell’anno scorso la 65enne purtroppo muore.

Il marito, il figlio e la compagna di ques’ultimo si sono rivolti agli avvocati Olindo Dionisi e Fabrizio Giustozzi, per far luce su quanto accaduto. I legali hanno così chiesto una consulenza al medico legale Marina Bartolucci e al dottor Marco Pennesi, specialista in radioterapia oncologica. I due consulenti hanno evidenziato che il precedente carcinoma al seno avrebbe dovuto mettere in allarme i medici, che avrebbero dovuto per prima cosa accertare se quello successivo allo stomaco non fosse una metastasi, invece di trattarlo come una patologia a sé.

Sulla base delle loro conclusioni, gli avvocati hanno chiesto alla società Sanatrix e all’Area Vasta 4 di Fermo un risarcimento per la perdita della ristoratrice. Ora per legge è previsto un tentativo di conciliazione tra le parti, per trattare la questione. Se non ci sarà l’accordo, il caso finirà in tribunale.