VITTORIO BELLAGAMBA
Cronaca

Scarpe tra alti e bassi: "L’export cresce, ma è grazie alle griffe. Ci si salva solo uniti"

Il presidente della sezione calzaturieri di Confindustria alla vigilia della fiera milanese delle calzature: "Grande attesa per i buyer orientali. Il calo della Germania ci preoccupa, al pari di Russia e Ucraina".

Scarpe tra alti e bassi: "L’export cresce, ma è grazie alle griffe. Ci si salva solo uniti"

Scarpe tra alti e bassi: "L’export cresce, ma è grazie alle griffe. Ci si salva solo uniti"

Il presidente della sezione calzaturieri di Confindustria Fermo e vice presidente nazionale di Assocalzaturifici, Valentino Fenni, traccia un primo bilancio di previsione in vista dell’apertura del Micam la più importante fiera internazionale delle calzature che richiamerà a Milano dal 17 al 20 settembre la partecipazione di 130 delle Marche. "I segnali positivi non mancano – spiega –, ma bisogna essere realisti. Dietro la crescita a doppia cifra delle esportazioni giocano un ruolo chiave le griffe, i tanti brand che hanno scelto il distretto fermano – maceratese per produrre calzature di alta qualità. I dati raccontano anche un altro aspetto, in primis il calo della Germania".

Qual è l’andamento delle esportazioni nei vari Paesi?

"Se la Germania scende, è inevitabile una sofferenza per il nostro comparto, visto che è da anni il primo cliente. Aggiungiamoci poi le difficoltà permanenti di vendita verso Russia e Ucraina, due paesi che amano il Made in Italy ma che ora vanno a caccia del prezzo migliore. Così si capisce che non possiamo stappare troppe bottiglie".

In questo contesto, quale potrà essere il ruolo del Micam?

"La presenza di buyer europei in primis e poi di quelli internazionali è quanto serve ai calzaturieri. C’è grande attesa anche per la presenza del mondo orientale, che a sua volta cresce. Grazie ai bandi fiera camerali, che supportano le aziende in questa fase così complessa, chi ha strategie chiare si muove a livello internazionale. Seoul, Tokyo e gli ex Paesi CSI sono realtà, non più scommesse. Come lo è invece l’America a cui tutti guardiamo, consapevoli di quanto sia difficile e su cui Regione e Svem stanno investendo con percorsi pluriennali".

Al Micam la provincia di Fermo è come sempre la più rappresentata con il 60% delle imprese, guida il gruppo Montegranaro con 25 aziende, mentre le altre arrivano da Falerone, Monte Urano, Monte San Pietrangeli, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare e Fermo. Come saranno distribuite le aziende fermane in fiera?

"La maggior parte dei nostri imprenditori esporrà tra i padiglioni 2 e 4 (65 imprese). Anche questo è un segnale importante, il mondo del ‘Contemporary’ è sempre più parte del nostro distretto, che per decenni si è posizionato nella fascia lusso, che ha nei padiglioni 1 e 3 il suo habitat naturale (35 aziende espositrici)".

Come sarà anche la parte dedicata alla convegnistica?

"Con Regione, Camera di commercio, Azienda Speciale Linea, Assocalzaturifici e Governo stiamo organizzando degli appuntamenti in cui esperti di credito di imposta su ricerca e sviluppo, digitalizzazione, intelligenza artificiale ed export ci confronteremo con i nostri rappresentanti istituzionali e imprenditori. Solo insieme riusciremo a invertire i dati, ridando forza e tranquillità a ogni tipologia di calzaturificio, non solo a chi è entrato nel giro dorato, ma complesso, delle griffe. Per questo mi auguro che fin dalle prossime edizioni tornino a esporre al Micam tanti nostri associati che per scelte aziendali, preferendo magari lo showroom, hanno preferito non farne parte. Ogni presenza è un aiuto per sé e per il distretto. Nessuno si salva da solo, lo stiamo vedendo anche a livello di manodopera dove la carenza è un problema comune che solo con progetti sistemici, dagli Its alle accademy aziendali passando per i progetti Ifts, riusciremo a superare".