FABIO CASTORI
Cronaca

Sulle note di Zechini : "Un fermano ambasciatore della musica jazz"

Chitarrista, compositore e didatta dell’improvvisazione: "Ho vissuto per lungo tempo in Russia, almeno due volte l’anno suono in Albania . C’è il progetto di un disco in cui ci sarà anche Daniele Di Bonaventura".

Roberto Zechini

Roberto Zechini

Tra le sue attitudini principali c’è quella del viaggio e della contaminazione culturale, come nasce? "E’ sicuramente legata alla mia esperienza musicale e letteraria. Ho anche studiato e vissuto per lungo tempo in Russia e, fin da ragazzo, mi sono abituato ad incontrare persone e lingue diverse che hanno influenzato il mio approccio alla vita e alla musica. Nei Paesi in cui ho lavorato ho stretto collaborazioni durature e amicizie che mi hanno coinvolto in progetti che esistono tutt’oggi. In Sudafrica è nato il sodalizio con il sassofonista americano-sudafricano Michel Rossi, con cui ho fondato “Afrikalia”. Tra l’altro Mike ha attualmente una casa a Fermo con sua moglie Diane, proprio in virtù e in forza di questa collaborazione. Mi ritengo fortunato perché ho potuto esportare a livello internazionale la mia arte, collaborando con moltissimi musicisti di lingue e culture diverse".

Poi l’Albania e una sorta di gemellaggio che va avanti da 19 anni, come è iniziato? "Fui invitato da Genti Salillari, un noto musicista albanese come ospite del Festival Internazionale del Jazz, insieme a colleghi provenienti da tutto il mondo. Mentre stavo andando in tournée a Innsbruck, ricevetti la telefonata del direttore artistico e ho pensato ad uno scherzo, perché non sapevo dell’esistenza di quel festival in Albania, né ero mai stato in quei luoghi. Da quel momento mi hanno invitato almeno due volte all’anno e questo ha favorito la nascita di amicizie e collaborazioni. Tanto che quest’anno debutterò col nuovo quartetto internazionale per ‘Tirana, capitale del mediterraneo 2025’ con Gent Rushi, Roni Gjura e Luca Di Battista".

Poi collabora anche con l’Italia e la tua città natale? "Assolutamente sì. Un progetto che sto curando da qualche anno è Echoes Sustain Able, con giovani talenti del jazz italiano. Una produzione molto importante, un gruppo denominato Triobù, è altresì quella condivisa con il bandoneonista e compositore Daniele Di Bonaventura, uno dei musicisti fermani più noti al mondo. Da notare, in questo caso, che la produzione del disco è stata curata da ‘Il circolo di Ave’ di Fermo, che opera nel territorio nel settore della musica classica. Sul fronte della formazione sono il fondatore de ‘Il Chitarreto dei jazzemani’, un laboratorio di improvvisazione che dal 2011 ospita una gran varietà di musicisti italiani. Dopo una lunga serie di ‘pellegrinaggi’ legati alle diverse istituzioni in cui ha operato, ‘Il Chitarreto’ quest’anno è tornato a Fermo".

Progetti per il futuro? "Un progetto molto interessante riguarda un disco che verrà registrato a novembre, in cui, oltre a me, suonano Elias Nardi, Daniele Di Bonaventura, Ares Tavolazzi, Tom Arthurs, Didier Francoise. Un sestetto estremamente originale e di massima qualità che raccoglie diverse ‘voci’ e generazioni di musicisti europei e strumenti davvero particolari come l’oud e la nickelharpa e il bandoneon".

Fabio Castori