Voto, la prima lista è per Alessandrini

’Continuità e progresso’ si presenta. Un pizzico di rammarico per la rottura con il sindaco Terrenzi

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"Non doveva andare così. Credevo ci potesse essere una continuità dopo che per 8 anni abbiamo fatto un buon lavoro": nelle parole di Franco Belletti, ex coordinatore di Partecipazione Democratica, ora della neonata lista civica ‘Continuità e progresso’ che sostiene la candidatura a sindaco di Fabiano Alessandrini (Pd), trapela il rammarico (giusto un pizzico) per una continuità che sembrava la logica conseguenza di due legislature vissute senza scossoni di sorta. Belletti promette una campagna elettorale di ‘Continuità e Progresso’ per niente dura, né fratricida. Poco convinto che gli altri facciano lo stesso. Siccome la corsa non è ancora cominciata e di panni sporchi da lavare in pubblico ancora ce ne sono, lancia bordate al sindaco Alessio Terrenzi.

"All’origine della spaccatura ci sono dei personalismi. Adesso il sindaco è diventato coordinatore di sé stesso e degli altri, ma non può fare il podestà. Terrenzi non può fare un accordo provinciale con Fabiano Alessandrini, dirlo davanti a tanta gente e poi sostenere di aver detto ‘Forse’. Si sta giocando tanti giovani che sono belle speranze per la città e che, se perdono, scompariranno. Questo è il suo errore più grande". Ci va di fioretto con Alessio Pignotti, assessore e candidato sindaco: "E’ stato dei nostri per cui gli auguri sono dovuti, ma non vedo la continuità che rivendica. Si era dimesso nel Terrenzi 1 dopo l’accordo col Pd, perché non condivideva quella linea politica, ma poi si è ricandidato con quella stessa coalizione, Pd compreso. Adesso, è vicino al consigliere di Fi, Roberto Greci (il cui endorsement per Pignotti non è mai stato smentito) che lo ha subissato di interrogazioni solo sullo sport".

C’è altro: "Dieci anni fa, uscendo dal Pd e candidandosi a sindaco, Terrenzi decise da solo di dimettersi da assessore. Non chiediamo le dimissioni di Pignotti, né del presidente del consiglio, Paolo Cognigni. Chiediamo una prova di coerenza". Intanto, Andrea Rossi, oggi rassegna le dimissioni da capogruppo di Partecipazione Democratica e forma un gruppo misto: "I risultati di questi anni sono il frutto dell’unità della squadra. Il ‘Noi’ dello slogan è la parola chiave. Non ho condiviso il veto di Terrenzi su Alessandrini che io ritengo politicamente il più capace. Questa è la continuità. Noi siamo sempre qui e guardiamo avanti, al progresso. Puntiamo sui giovani come Roberta Vitelli, Ambra Sfredda e Samuele Serafini e altri ce ne saranno".

Marisa Colibazzi