"A sinistra ora un cambio di dirigenti"

La provocazione ieri durante il dibattito organizzato da Pluralismo e Dissenso sulle ultime elezioni

"A sinistra ora un cambio di dirigenti"

Da sinistra: Giubelli, Di Bisceglie, Zamorani e Sateriale

La premessa è doverosa. "Siamo all’antipasto. Ci saranno altri incontri pubblici: vietato, però – in questa fase – parlare di futuro". È un Mario Zamorani particolarmente tagliente quello intervenuto ieri pomeriggio nel corso del dibattito sulla sconfitta subita dal centrosinistra alle ultime amministrative. Al tavolo assieme a lui – che si è presentato vestendo la maglia dell’associazione Pluralismo e dissenso – anche l’ex sindaco Gaetano Sateriale, il segretario del Psi, Davide Stabellini e il coordinatore di +Europa Paolo Niccolò Giubelli. A stimolare gli interventi il giornalista del Carlino, Federico Di Bisceglie. Un tavolo di ’eretici’ in qualche misura. Ossia coloro che alle scorse elezioni hanno sostenuto la candidatura civica di Anna Zonari e non quella di Fabio Anselmo, appoggiata invece dalla coalizione larga capitanata dal Pd. Ecco, il Pd. "Io sono iscritto al partito dai tempi di Mirafiori – premette l’ex primo cittadino – . Non ricordo quanti dell’attuale dirigenza ci fossero all’epoca. Io sì, ho ancora la tessera, che abbandonai solo in epoca renziana". E qui partono i primi mugugni di qualche renziano seduto tra il pubblico in Arengo. "Fra gli errori di questa campagna elettorale del Pd e del centrosinistra – così Sateriale – c’è stato quello di pensare di avere rendite di posizione che non esistono più. La ’nostra’ parte politica non ha dato una risposta ai problemi reali e a quelli percepiti, parimenti importanti. Senza considerare l’errore politico madornale di considerare la candidatura altra rispetto a quella di Anselmo come un elemento di debolezza piuttosto che come un’opportunità per allargare il bacino elettorale. L’ha capito persino il vescovo...". Di errori ne sono stati commessi tanti. Zamorani li chiama "killeraggi", riferendosi alla mancata concessione del simbolo da parte delle strutture romane dei partiti che, sul territorio, hanno scelto La Comune piuttosto che il campo largo. "Il nome di Anselmo – dice Giubelli – iniziò a circolare già nell’estate del 2023. Già all’epoca, sostenemmo la necessità di un’altro candidato, anzi, di una candidata: Laura Calafà". La docente che, ricorda Zamorani, "subì degli sgarbi da parte del partito democratico. Gravi a tal punto da farla desistere dalla candidatura. Una cosa gravissima politicamente". L’effetto è stato quello del "disastro politico in cui ci troviamo". Se dal canto suo Giubelli sostiene la necessità di "pensare alla campagna elettorale non a ridosso della scadenza ma già all’indomani del voto", è Davide Stabellini a lanciare forse la provocazione più dura. "Sono state tante – dice – già nel 2019 le componenti che hanno portato alla sconfitta del centrosinistra. Ora, però, occorre che si valorizzi la gamba riformista della coalizione e che queste istanze trovino il giusto spazio nelle proposte programmatiche. Per farlo, però, occorre una profonda rigenerazione della classe dirigente di tutti i partiti. Dal Pd al sottoscritto: servono volti nuovi, una nuova fase". Non si parla di futuro, ma si gettano le basi per arrivarci.