
Il presidente provinciale Confcommercio Ferrara. Marco Amelio
I negozi storici della città sono in sofferenza, molti chiudono: quali iniziative avete in programma di realizzare come associazione di categoria? Cosa chiedete al pubblico?
"La chiusura dei negozi – risponde Marco Amelio, presidente provinciale di Confcommercio Ferrara – è un fenomeno diffuso, non solo ferrarese, legato sicuramente al minore potere di spesa delle famiglie e delle mono famiglie, spesso trascurate, ma anche a un approccio diverso ai consumi, all’acquisto. Oltre ai servizi di supporto, e alla difesa e al rilancio delle botteghe storiche, nel 2025 intendiamo lavorare sulle attività che intendono aprire. Non è sufficiente poterlo fare, servono valutazioni di mercato. Va formato chi intende diventare imprenditore, affinché abbia consapevolezza di insidie e opportunità. La scommessa oggi non è data solo da un eventuale saldo positivo tra nuove aperture e chiusure, ma dalla possibilità di rendere le attività longeve. E questo avviene solo se intercettano le reali necessità dei consumatori, se sanno rimodularsi. Si deve evitare il turnover, che si traduce in serrande abbassate. Le nuove attività debbono avere l’opportunità ma soprattutto le caratteristiche per diventare storiche. In questa stessa ottica al pubblico chiediamo, nei progetti di rigenerazione urbana, di ricordare il ruolo sociale e di presidio delle attività di prossimità".
Ovunque prolifera il cosiddetto food, non sempre di alta qualità: come porre argine e regole?
"I numeri del Ferrara Food Festival dicono che questo tipo di iniziative piace, è attrattivo, con molte persone che vengono da fuori città. E’ sicuramente vero però che vanno regolamentate. Come? Ponendo dei parametri di qualità agli operatori che si candidano: evitando la concentrazione di iniziative simili nello stesso periodo in più punti della città; creando contemporaneamente eventi collaterali, non necessariamente a tema, che incuriosiscano residenti e non".
Finalmente è stata fatta chiarezza sui dati turistici, Ferrara è attrattiva: cosa serve per fare uno scatto in avanti e trattenere i turisti più giorni in città?
"Pensare sul lungo tempo. Fare pacchetti a misura di giovanissimi, adulti, anziani, il cui modo di viaggiare ed essere turisti è diverso, anche per disponibilità economica e curiosità. Fare campagne di promozione della città mirate e in quanto tali differenziate anche rispetto agli strumenti di comunicazione da utilizzare. Parallelamente, rilanciare un turismo congressuale, in accordo con l’Università".
Da più parti arrivano critiche a una mentalità dirigista dei privati, spesso in attesa di un aiuto dal comune: è d’accordo? come stimolare un nuovo protagonismo dei privati?
"I privati hanno una responsabilità sociale ed è importante che partecipino alla costruzione e al sostegno di eventi della città. Bisogna cambiare il paradigma, facendo comprendere che il loro supporto non è solo un aiuto al pubblico, che ha meno risorse di un tempo, ma uno strumento di miglioramento del territorio in cui si vive e opera. E’ una collaborazione".
Questione Darsena: questione chiarita o incomprensione non ancora sanata?
"Ci risulta che il Sindaco stia valutando proposte che eviterebbero la concorrenza tra attività del centro e della Darsena. Voglio essere fiducioso".
Cosa chiede la vostra categoria al nuovo presidente della Regione e ai nuovi eletti ferraresi?
"Di dare valore alla rappresentanza ferrarese, a maggior ragione perché il nostro è un territorio in grande difficoltà. Di ascoltare le esigenze delle Piccole Medie Imprese, le stesse che danno il lavoro che manca. Coerenza e continuità relativamente alla nuova legge sull’economia urbana".
c. b.