’Arte France’ nel Giardino di Giorgio Bassani

La regista Rä Di Martino in città per il documentario che la tv francese dedicherà, nel gennaio 2022, al capolavoro del ferrarese

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di Francesco Franchella

"A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti". Secondo Foscolo, le opere del presente nascono da quelle del passato: opere di uomini "forti", tra i quali primeggia lo stesso Giorgio Bassani. E Bassani era talmente "forte" che il prossimo film della regista Rä Di Martino – un documentario per la tv francese "Arte France" della durata di quasi un’ora, che verrà trasmesso nel gennaio del 2022 – prende spunto dal romanzo che tutti conoscono, "Il Giardino dei Finzi Contini", e dall’omonimo lungometraggio di Vittorio De Sica, vincitore dell’Oscar nel 1972. La troupe è arrivata in città ieri, per girare interviste e scene – a Parco Massari, ad esempio – e per collaborare con gli studenti della Scuola d’arte cinematografica "Florestano Vancini", che verranno coinvolti nelle riprese come attori, grazie al percorso del Vancini Talent, che dà agli studenti l’opportunità di affrontare da subito i set. Insomma, dalla Francia a Ferrara, per un film documentario - prodotto dall’italiana Alto Piano e dalla francese Les Films du Poisson - che si appresta ad essere uno dei lavori più approfonditi sulla vita dell’autore. "Il docufilm parlerà del libro e del suo rapporto con il film – spiega la regista Di Martino – ma anche di quanto questa storia sia diventata bagaglio comune di tutto il collettivo: l’arte fa parte della memoria di tutti. A Roma, siamo stati nel giardino di Ninfa oppure all’Orto Botanico, dove ci sono le 7 palme che Bassani descrive anche nel libro. Stiamo girando, poi, diverse interviste, ad esempio a Portia Prebys o a Lino Capolicchio. Siamo quindi venuti a Ferrara, per trovare altri riferimenti: l’obiettivo è costruire il giardino attraverso tanti giardini diversi" e, in questo aspetto, la produzione sta ragionando come ragionava lo stesso Bassani nella costruzione di personaggi, luoghi e contesti: "come diceva l’autore – racconta il prof. Gianni Venturi – la creazione di un personaggio avviene solo e unicamente attraverso un’astrazione dei dati fisici e reali. Micol non è una specifica ragazza: è, invece, tutto quello che, nel mondo di Giorgio, significava il concetto di femminile". Lo scorso week end si è parlato di cinema e di arte, con Antonioni e Crema: mancava la letteratura, l’ultimo caposaldo della cultura ferrarese: "è come se la città, in questi giorni, respiri attraverso i suoi grandi personaggi – afferma l’assessore Gulinelli – personaggi che vanno trasmessi ai giovani e che rappresentano delle verità importanti: è per questo che bisogna lavorare per i giovani, perché altrimenti la verità muore".