Aspettando il boss: 18 maggio "Ho gestito il sisma. Ora Bruce"

Ferrioli (event project manager) e la telefonata di Fabbri: "Mai avrei pensato di dover organizzare l’evento"

Aspettando il boss: 18 maggio  "Ho gestito il sisma. Ora Bruce"

Aspettando il boss: 18 maggio "Ho gestito il sisma. Ora Bruce"

di Federico Di Bisceglie

Immaginate l’allestimento di un concerto – quello del 18 maggio al parco Urbano, con il Boss protagonista – come un set cinematografico. Gli attori sono fondamentali, certo. Ma è la regia a fare la differenza. Per questo concerto di registi ce ne sono stati almeno due. Quella più politica, capitanata dal sindaco Alan Fabbri e dall’assessore Marco Gulinelli (che giura di aver visto, biglietti storici alla mano, almeno 68 esibizioni di Springsteen). Mentre quella tecnica è stata condotta da Fernando Ferrioli (event project manager). Per cui, se la pellicola che la città (e il mondo) vedranno il 18 maggio sarà di successo o meno lo si dovrà per lo più a lui e a tutto l’equipe che ha lavorato al grande evento.

Ferrioli, partiamo dall’inizio. Come nasce questo incarico e come era composta la cabina di regia incardinata in Comune?

"Mi chiamò il sindaco Alan Fabbri, nel luglio dello scorso anno. Io, da fan di Bruce, avevo appena acquistato il biglietto per venire a vedermi il concerto. Mai avrei pensato che sarei stato proprio io a dover organizzare la gestione del tutto. Fabbri mi avrebbe anche concesso qualche giorno per riflettere. Ma io non ci ho pensato due volte: ho colto questa sfida e siamo partiti. La decisione della cabina di regia è stata particolarmente felice: ci ha permesso una coordinazione dei moltissimi ambiti coinvolti. Dalla viabilità ai trasporti, passando per i parcheggi e il piano di accoglienza. Senza dimenticare tutto il lato degli eventi raccolti nella cornice ‘Waiting for Bruce’, anche grazie alla collaborazione con Ferrara Expo".

Come avete impostato il lavoro?

"Innanzitutto c’è stata una condivisione assoluta e un clima estremamente positivo che ci ha permesso, in poco tempo tutto sommato, di lavorare e ottenere ottimi risultati sotto il profilo tecnico. Certo, la parte non facile è stata quella di tentare di accontentare tutti: dai residenti agli operatori, passando per gli stakeholder".

Come è stato il rapporto con Barley Arts?

"Devo dire molto buono. Le esigenze erano molto alte dal momento che si tratta di una star planetaria. Ma, grazie ai progetti che abbiamo portato e alla pianificazione condivisa, siamo arrivati a concepire un happening che avrà sicuramente un forte impatto sulla città".

Tra le preoccupazioni di chi era contrario alla location ce n’è una in particolare legata all’impatto ambientale.

"Premetto che si tratta di un evento che verrà svolto non in un’area protetta o in un parco naturale, non verranno abbattuti alberi e abbiamo fatto in modo di rendere il tutto ambientalmente sostenibile. In questo senso ricordo la relazione tecnica compilata dall’ingegnere ambientale che si è occupato anche dei Jova Beach Party".

Lei ha una lunga esperienza di organizzazione di eventi. Che cosa differenzia questo dagli altri che ha organizzato in passato?

"Innanzitutto la portata. Non mi era mai capitato di organizzare un concerto di queste dimensioni, con un flusso di oltre cinquanta mila persone da organizzare e gestire. E’ una nuova sfida per me. Diciamo che l’esperienza maturata durante gli anni del terremoto in veste di vice commissario alla Ricostruzione sicuramente mi ha aiutato".