Atassia, nuovi fondi per la ricerca. Una convenzione tra Acaref e Unife: "Vogliamo aiutare queste persone"

Ratificato un contributo di 30mila euro per una malattia che oggi non ha cura e che colpisce il cervelletto "Siamo disponibili a colloqui e videochiamate per supportare le famiglie e partecipare agli eventi".

Atassia, nuovi fondi per la ricerca. Una convenzione tra Acaref e Unife: "Vogliamo aiutare queste persone"

Atassia, nuovi fondi per la ricerca. Una convenzione tra Acaref e Unife: "Vogliamo aiutare queste persone"

Nuovi importanti traguardi per la ricerca sull’atassia. E’ stata firmata questa settimana una convenzione del valore di 30mila euro tra Fondazione Acaref Ets e l’Università degli Studi di Ferrara per destinare questi fondi alla ricerca scientifica sull’atassia. Si chiama Atassia Spinocerebellare ed è diffusa in tutto il mondo. E’ una malattia che oggi non ha cura, che colpisce il cervelletto influendo sulle capacità motorie, di equilibrio e coordinazione delle persone. La Fondazione Acaref Ets di Ferrara dal 2016 finanzia questo studio presso l’ateneo ferrarese, a cui ad oggi ha già destinato oltre 400mila euro. Risultati di grande impatto sociale per la cittadinanza ferrarese, perché permette a giovani ricercatrici di fare il lavoro dei loro sogni mentre contribuiscono a rendere questa patologia un po’ più curabile. Attualmente, il team di ricerca è formato dalla prof.ssa Peggy Marconi (responsabile del

progetto) e dalla dott.ssa Mariangela Pappadà (dottoranda), alle quali si sono aggregate nell’ultimo anno le dott.sse Sara Melija e Martina Facchini, vincitrici della borsa di studio Rossella Bersanetti.

L’entusiasmo che traspare dalle giovani borsiste fa capire quanto nelle loro mani risieda l’unica speranza per le tantissime persone affette dalla patologia: "La ricerca è affascinante e

quando è associata alle persone è ancora più stimolante; si tratta sicuramente di un percorso piuttosto complicato, ma abbiamo scelto di fare questo lavoro perché l’idea di poter contribuire a migliorare anche solo di poco la vita di queste persone ci dà tanto". Fondazione Acaref è una realtà ancora piccola, ma ben delineata nella propria città. Questo fa sì che ci sia un rapporto diretto tra lo staff dell’ente, il team di ricerca e le famiglie che hanno bisogno di un aiuto: "Siamo sempre disponibili – racconta la prof.ssa Marconi – a colloqui e videochiamate per supportare le famiglie, così come partecipiamo agli eventi organizzati da Acaref per conoscerci di persona. Negli anni precedenti abbiamo effettuato biopsie e tamponi salivari su 40 pazienti provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo di ottenere materiale genetico da studiare e testare. Sono orgogliosa di essere a capo di un team femminile che dedica anima e corpo a questo progetto".