Ricatto della baby gang tra i banchi di scuola: "Dacci i soldi o sono botte". Tre ragazzini nei guai

Dopo la denuncia della madre, i carabinieri sono risaliti ai presunti responsabili. Segnalati alla procura dei minori, non sono imputabili perché sotto i 14 anni

Una pattuglia dei carabinieri (foto di repertorio)

Una pattuglia dei carabinieri (foto di repertorio)

Ferrara, 29 marzo 2024 – Nel giro di nemmeno una settimana l’indagine su un pesante atto di bullismo avvenuto in una scuola media del territorio è arrivata a un punto di svolta. I carabinieri, dopo aver ascoltato la mamma della giovane vittima, sono risaliti all’identità dei presunti responsabili di un’estorsione dei confronti di un dodicenne loro compagno di scuola. La vicenda – raccontata dal genitore anche sulle colonne del Carlino – si è quindi conclusa con la segnalazione di tre giovanissimi (tutti studenti al di sotto dei quattordici anni) alla procura dei minorenni.

Secondo le ricostruzioni dei militari, tra febbraio e marzo il ragazzino sarebbe stato preso di mira dai coetanei i quali, minacciando di picchiarlo e di isolarlo socialmente ("Nessuno parlerà più con te se non ci dai i soldi") erano riusciti a farsi consegnare, in tranche successive, oltre duecento euro. In particolare, come aveva raccontato la madre, in un primo momento gli avevano chiesto venti euro. Poi avevano alzato l’asticella, pretendendone prima cinquanta e poi addirittura 150. Le minacce si sarebbero concretizzate sia di persona che attraverso messaggi sul cellulare. Per paura delle conseguenze paventate, la vittima aveva acconsentito alle richieste. Lo scambio di soldi sarebbe avvenuto tra le mura dell’aula scolastica frequentata dal giovanissimo. All’uscita dall’istituto, lo studente si è sciolto in lacrime raccontando tutto alla madre che, a sua volta, ha sporto denuncia ai carabinieri. Le indagini sono partite subito. I presunti autori del ricatto sono stati rapidamente identificati e segnalati alla procura dei minori di Bologna per il reato di estorsione. Essendo al di sotto dei quattordici anni, non sono però imputabili. Nei loro confronti non si aprirà quindi un procedimento penale, ma è probabile che i magistrati del capoluogo emiliano predispongano un percorso di recupero fatto di incontri con esperti e finalizzato a far capire ai ragazzi la gravità del loro comportamento.