"Bergamini, meglio morto che con un’altra"

Questa per gli inquirenti la molla che avrebbe spinto l’ex fidanzata del calciatore ucciso nel 1989, Isabella Internò, a organizzare l’omicidio

Migration

ARGENTA

"Avrebbe preferito vederlo morto piuttosto che saperla con un’altra". Questo scrivono gli inquirenti sul quello che ormai è stato chiaramente un omicidio a sfondo passionale. La gelosia e la possessività nei confronti di Denis Donato Bergamini sarebbe stato il movente di Isabella Internò per organizzare l’omicidio e la messinscena del finto suicidio, secondo la procura di Castrovillari, che ha notificato alla donna, ora 51 anni, l’avviso di conclusione delle indagini relative al caso della morte a 27 anni del calciatore argentano, deceduto in circostanze ancora da chiarire a Roseto Capo Spulico, lungo la Statale 106 il 18 novembre 1989, investito da un autocarro guidato da Raffaele Pisano. Una vicenda che ha turbato l’opinione pubblica nazionale. Denis era arrivato in Calabria nel 1985, scoperto dall’occhio lungo del direttore sportivo Roberto Ranzani, ex diesse della Spal, che aveva una predilezione per i talenti ferraresi. Aveva conosciuto Isabella Internò grazie al portiere Luigi Simoni, un comacchiese con il quale era entrato in grande sintonia. All’epoca aveva ventitré anni, la donna era ancora minorenne. C’era stata una storia d’amore, tormentata da continui litigi, finché lui aveva deciso di chiuderla una volta per tutte. Aveva una nuova fiamma, una donna del nord, con la quale voleva farsi una famiglia, ma Isabella non ha mai accettato la separazione. Denis era un bel ragazzo, al centro dell’interesse del mondo femminile che ruotava attorno al Cosenza calcio, con tanto di bigliettini infilati nel parabrezza dell’auto, e a Isabella è crollato il mondo addosso.

L’inchiesta della polizia giudiziaria di Castrovillari lascia intendere che sarebbe stato un omicidio deciso in famiglia, anche alla luce dell’aborto che "l’avrebbe disonorata". Negli atti della Procura si sottolinea che i genitori fossero a conoscenza del disegno della figlia, ma non avrebbero partecipato direttamente all’omicidio, avvenuto nella nota piazzola dove il calciatore, in ritiro a Rende, era stato attirato con un pretesto dall’Internò, e assassinato per soffocamento, forse un sacchetto di plastica. L’ex fidanzata di Bergamini non ha mai commentato le indagini, anche il suo avvocato Angelo Pugliese ha seguito la stessa linea, come pure l’avvocato della famiglia Bergamini Fabio Anselmo. Nei prossimi giorni Isabella Internò potrà chiedere di essere interrogata oppure di depositare memorie difensive. Il passaggio successivo dovrebbe condurre al giudice per l’udienza preliminare, il quale dovrà decidere per il rinvio a giudizio oppure per il proscioglimento. Dall’inchiesta sono usciti il camionista Luciano Conte e Raffaele Pisano, agente di polizia che era stato iscritto nel registro degli indagati nell’aprile del 2018 per favoreggiamento. Dopo trentuno anni di misteri una luce di giustizia si intravede nel tunnel.

Franco Vanini