Bimbo nato morto all’ospedale di Cona, quattro sanitari iscritti nel registro degli indagati

Sono quattro i sanitari iscritti nel registro degli indagati per la la morte di un bimbo uscito senza vita dal grembo della madre alla trentanovesima settimana di gravidanza. Si tratta ovviamente di un atto dovuto, finalizzato a fare chiarezza sulla tragedia nella massima garanzia di tutte le parti e per consentire il corretto svolgimenti degli accertamenti tecnici richiesti dalla procura. Accertamenti che vedranno al lavoro tre diversi specialisti: il medico legale Giovanni Cecchetto per l’autopsia, il tossicologo Giampietro Frison e il ginecologo Alberico Salvatore. Il pubblico ministero Ciro Alberto Savino, titolare del fascicolo per colpa medica aperto dopo la denuncia sporta dai genitori del piccino, ha fissato per domani il conferimento dell’incarico ai tre medici. In quell’occasione le parti (l’avvocato Simone Pritoni per gli indagati e gli avvocati Monica Tartari e Massimo Soffritti per i genitori del bimbo) potranno decidere se nominare un proprio consulente. “La procura sta assicurando la giusta terzietà a garanzia di tutti - si è limitato a commentare l’avvocato Soffritti -. Siamo quindi tranquilli in ordine alle nomine e ai conferimenti di incarico. Non abbiamo motivo di dubitare dell’operato dei tre specialisti“. La tragedia che ha gettato nello sconforto e nel dolore un’intera famiglia ha avuto inizio il 26 agosto. Una 38enne di origine straniera, giunta alla 39esima settimana di gravidanza, si è presentata all’ospedale di Cona per un controllo. Dopo gli accertamenti, è stata rimandata a casa. La sera del giorno successivo, però, ha iniziato a non sentire più i movimenti del piccolo. Preoccupata, è quindi tornata al Sant’Anna. Il 28 agosto le è stato indotto il parto e il piccolo è nato morto. Superati i primi terribili istanti, la donna si è messa in moto insieme al marito per cercare di capire le ragioni di una morte assurda e al momento, inspiegabile. In particolare si cercherà di capire se la scelta di dimetterla dopo la visita del 26 agosto sia stata corretta.

Federico Malavasi