Caporalato, misure più lievi per due arrestati

Via i domiciliari al più giovane, mentre il trentottenne è uscito dal carcere

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Misure cautelari modificate e meno pesanti per due dei tre stranieri arrestati dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul caporalato in provincia di Ferrara. Zain Ul Abidin 21 anni, che era sottoposto al regime degli arresti domiciliari, non lo è più. Mentre il padre Ahmed Iftikar, 51 anni, resta in carcere. Ne è uscito invece il terzo indagato Raizwan Muhammad di 38 anni, che si trova al momento in regime di arresti domiciliari. Gli accertamenti dei carabinieri sono iniziati dopo una mega rissa avvenuta il 7 ottobre del 2020, in piazza della Repubblica a Portomaggiore, centro di smistamento del presunto giro di sfruttamento del lavoro nero. Da quell’episodio viene sollevato il coperchio su un sistema che, stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, era pensato per sfruttare il lavoro di operai destinati ai campi, così da soddisfare le richieste di aziende. Da qui la denuncia di 23 persone che avrebbero beneficiato del lavoro nero. Manca all’appello un quarto elemento, ancora latitante, per il quale è stata già firmata dal gip Vartan Giacomelli, su richiesta del pm Ciro Alberto Savino, l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Sembra che si trovi all’estero. Dai racconti degli operai sentiti dai carabinieri nel corso delle indagini è emerso che qualcuno lavorava sette giorni su sette, con la paga di sette euro all’ora, in parte consegnati al caporale (di solito 2.50 euro). Molti dei lavoratori che sono stati ascoltati hanno raccontato di essere stati costretti, per vivere, ad accettare queste condizioni per inviare soldi alla propria famiglia.

cri.ru.