Caso ’Jolanda’, riuniti i due procedimenti

Ieri il gip Russo ha deciso di discutere insieme le due richieste di archiviazione sulle presunte pressioni di Bonaccini al sindaco Pezzolato

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JOLANDA DI SAVOIA

Si riunisce il destino dei due procedimenti giudiziari nati dalle presunte ’pressioni’ che il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, avrebbe fatto in periodo di campagna elettorale per la rielezione nei confronti del sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato. Ieri mattina, infatti, nell’ambito del cosiddetto procedimento parallelo, cioè quello che vede Pezzolato accusato di diffamazione dal sindaco di Riva del Po Andrea Zamboni, il gip Danilo Russo, dopo la discussione sull’opposizione all’archiviazione che era stata chiesta dal pm Ciro Alberto Savino, ha aggiornato la decisione a giovedì prossimo. Per giovedì, infatti, è già in programma la discussione del procedimento principale che vede Bonaccini indagato a seguito delle accuse dello stesso Pezzolato. Il gip Russo ha preferito riunire la discussione e poi decidere contemporaneamente per entrambi i procedimenti. Il procedimento in discussione ieri, quello parallelo appunto era scaturito dal ramo principale, che ha come indagato il presidente della Regione Stefano Bonaccini per presunte pressioni sul sindaco affinché il vice Elisa Trombin revocasse la candidatura con la Lega e per aver ‘punito’ il Comune di Jolanda con la revoca di un comando di dipendenti (tesi per le quali, secondo il pm, non è stata raggiunta la prova). Anche per questo procedimento, il pm Savino aveva chiesto l’archiviazione cui è seguita l’opposizione presentata dal legale di Pezzzolato, l’avvocato Gabriele Bordoni. La querela di Zambon – assistito legalmente dall’avvocato Renzo Oppi – era, invece partita dopo aver scoperto dai giornali di essere stato indicato dal collega di Jolanda come ‘braccio’ di una presunta ritorsione ordita da Bonaccini. In particolare, Pezzolato aveva dichiarato di aver appreso dallo stesso Zamboni che le revoche di alcuni dipendenti ‘in prestito’ da Comuni vicini erano state eseguite su indicazione del presidente della Regione a seguito della decisione di Trombin di candidarsi alle regionali con la Lega. Il fatto era finito anche al centro di un esposto. L’attività di indagine non avrebbe però consentito al pm Savino di ravvisare elementi sufficienti per sostenere le accuse a processo. Secondo la procura, infatti, nelle parole di Pezzolato non ci sarebbe stata malafede o intento diffamatorio nei confronti del collega. Il sindaco jolandino si sarebbe infatti convinto di quanto dichiarato durante alcune telefonate con lo stesso Zamboni. Conversazioni nelle quali, secondo il pm, il sindaco di Riva del Po non avrebbe mai dato risposte chiare ai sospetti di Pezzolato. Entrambe le richieste di archiviazione saranno decise comunque nella stessa udienza fissata dal gip Russo per giovedì prossimo.

Cristina Rufini