Comunità energetiche rinnovabili, incontro coi sindaci in Provincia

Energia accessibile a basso costo, previsto uno stanziamento di fondi

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Cosa sono le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e come si costituiscono, è stato il tema dell’incontro organizzato dal presidente della Provincia, Gianni Michele Padovani. Un’occasione informativa offerta ai sindaci dei 21 Comuni del territorio estense, durante la quale Enrico Callegari, del team dei 4 esperti Pnrr assegnati a Ferrara dalla Regione Emilia-Romagna e specialista in temi ambientali, ha spiegato contenuti, normativa, finalità e come si costituiscono. Il percorso normativo di questa opportunità basata sui principi della condivisione e dell’autoconsumo energetico, ha origine sul suolo italiano con il decreto Milleproroghe del febbraio 2020, che per la prima volta ha introdotto le definizioni di ‘Autoconsumatori di energia rinnovabile’ e di ‘Comunità di energia rinnovabile’.

Dopo la conversione in legge del Milleproroghe, con un successivo decreto del settembre 2020, il ministero dello Sviluppo economico ha individuato le modalità per incentivare i gruppi di autoconsumo e le comunità energetiche. La composizione, dunque, va dalle cooperative alle associazioni, dai condomini ai consorzi fino alle società, con l’obiettivo di fornire energia rinnovabile a basso costo e accessibile. Un quadro normativo nel frattempo arricchitosi con la legge regionale approvata lo scorso maggio dall’Emilia-Romagna, che prevede lo stanziamento di 200mila euro per il 2022 e 150mila per l’anno prossimo, oltre a due milioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por-Fesr), il cui bando è dato in uscita fra ottobre e novembre di quest’anno. Regione e enti locali, inoltre, individueranno i tetti di edifici e aree pubblici per l’istallazione di impianti a servizio delle Cer. In pratica, è la pensata, le comunità energetiche contribuiscono allo sviluppo del territorio passando per la strada dell’autosufficienza energetica e responsabilizzando i rispettivi membri a diventare produttori di energie rinnovabili e, nello stesso tempo, consumatori. Il tutto senza investimenti tecnologici particolari, che si limitano all’istallazione di impianti in prevalenza fotovoltaici, oltre a dispositivi hardware e software di rilevazione dell’energia prodotta e consumata. I fondi stanziati su scala nazionale sono 2,2 miliardi di euro, tutti di fonte Pnrr. Un investimento che punta all’istallazione di 2.000 Mw di generazione elettrica e alla produzione di 2.500 GWh annui, con una riduzione delle emissioni di gas serra di 1,5 tonnellate.