Comunque Umani, un documentario sulla quarantena proiettato nei cinema (vuoti)

Visibile anche da casa, il progetto di Paolo Cirelli e Stefano D’Andrea

Stefano D'Andrea, tra i due ideatori del film

Stefano D'Andrea, tra i due ideatori del film

Ferrara, 1 maggio 2020 – È l’unico film proiettato durante il lockdown, e si chiama Comunque Umani. È il primo tra quelli usciti sulla quarantena, un film proiettato in alcuni cinema di tutta Italia (vuoti). Primati particolari, quelli del documentario di Paolo Cirelli e Stefano D’Andrea, che racconta la quarantena attraverso i volti di chi lo schermo - del cellulare, del computer, della tv - lo guarda in silenzio, mentre alle sue spalle la quotidianità si assesta nello spazio limitato di un appartamento, e lì sta. Il film è ora visibile integralmente sulla piattaforma Vimeo (https://vimeo.com/411509078 Comunque Umani). Ma la cosa più straniante e suggestiva, è che il film, già nei giorni scorsi, è stato proiettato in alcuni cinema che hanno aderito alla proposta di Paolo Cirelli, regista e videomaker ferrarese, e Stefano D’Andrea, scrittore milanese, autore radiotelevisivo e insegnante di comunicazione. Lo scorso 28 aprile, ovviamente a porte chiuse e senza pubblico, il film è stato proiettato al Plinius di Milano, al Cinema Roma di Seregno, al Wanted Clan Cinema di Milano e anche al Cinema Boldini. “Nessuno finora – raccontano Cirelli e D’Andrea - si era occupato di chi non si è ammalato, di chi non si affaccia, non commenta e non fa sintesi, di chi sta attraversando questa epoca muta trattenendo il fiato nell’attesa di riemergere al mondo, un po’ più stanco e ottuso, certamente distante dal punto in cui si era immerso”. Il documentario raccoglie, approfondisce, pone domande, lascia spazio ai pensieri di persone comuni. Umani, comunque sia, sempre umani seppur separati, in stallo, abbandonati a se stessi o ricoperti di giochi e di gatti, spiazzati dal sorriso del proprio bebè, che mentre guarda lo schermo che riprende e registra, se la ride di gusto, specchiandosi, ignaro di quello che c’è là fuori. Il progetto di narrazione collettiva è nato prima sulla pagina Facebook di Umani a Milano, che dal 2014 raccoglie le foto e le parole raccolte per strada dialogando con chi vive o attraversa la città e che si è trovato improvvisamente fermo, perché non c’era più nessuno per le strade e nessuno con cui dialogare. Ne è nato così un appello: “Umani, dove siete?” e gli umani, questa volta da ogni parte d’Italia, hanno risposto.