Coronavirus Ferrara, niente visite oltre Po. "Impossibile fare deroghe"

I sindaci si arrendono. Fabbri: "Paradossale, ma si resta in Emilia". Coizzi di Occhiobello: "Non possiamo contrastare il decreto governativo"

La sindaca di Occhiobello Sondra Coizzi

La sindaca di Occhiobello Sondra Coizzi

Ferrara, 4 maggio 2020 - Il Po rimane un confine invalicabile. Il legittimo desiderio di ferraresi e occhiobellesi di andare a far visita ai propri familiari sull’altra sponda del ‘grande fiume’ si è infranto contro il rigore del decreto della presidenza del consiglio dei ministri, documento che regolamenta la ‘fase 2’ della lotta al Coronavirus. A trovare un sentiero nel labirinto normativo ci aveva provato per primo il sindaco di Occhiobello, Sondra Coizzi. Nei giorni scorsi, alla luce della situazione di ‘osmosi’ tra la città estense e il Comune al di là del ponte e delle richieste di tanti cittadini su entrambe le sponde, l’amministratrice polesana ha studiato il decreto in ogni sua piega e ha preso contatti con la prefettura di Rovigo e con la nostra amministrazione. Il risultato, però, è stato un buco nell’acqua. Riguardo agli spostamenti tra una regione e l’altra, il decreto non lascia margini. Fatti salvi, ovviamente, gli spostamenti per motivi di lavoro o per rientrare alla propria residenza, rimane vietato passare da una all’altra. Nemmeno se a dividerle c’è solo un ponte lungo qualche centinaio di metri. E di fronte a una norma tanto chiara, gli enti locali non hanno armi. Impossibile forzare la mano o agire in deroga. "Purtroppo c’è poco da fare – commenta laconico il sindaco Alan Fabbri dopo aver lungamente riflettuto sulla situazione –. Noi sindaci non abbiamo la possibilità di andare in deroga a una scelta di carattere governativo. È importante quindi che i ferraresi sappiano che, nonostante la fase 2 allenti un po’ i vincoli, non potranno andare in Veneto". Le regole sono regole e, soprattutto in un periodo delicato come questo, vanno rispettate senza tante storie. Ma questo non impedisce al primo cittadino di sollevare alcuni dubbi sul modo in cui questa disposizione è stata studiata. "Fermo restando che il decreto va rispettato – aggiunge –, trovo folle che gli spostamenti siano legati alla geografia regionale e non alla contiguità e vicinanza dei territori". Tale scelta, secondo il sindaco estense, crea un "paradosso". Quello cioè di non poter andare da Pontelagoscuro a Santa Maria Maddalena, "in aree, tra l’altro, relativamente poco colpite dal virus" ma di poter "tranquillamente recarsi a far visita a un congiunto a Piacenza, provincia ben più duramente colpita". Al di là delle riflessioni personali, resta la necessità di attenersi rigorosamente alle disposizioni e di "diffondere informazioni corrette per evitare di ingenerare confusione nei cittadini". Leggi anche Fase 2, ecco la nuova autocertificazione Dopo giorni di lavoro e di studio ha dovuto arrendersi anche il sindaco Coizzi. "Dal punto di vista normativo ci siamo arenati perché come Comune non abbiamo la possibilità di emettere ordinanze che vadano in contrasto con il governo – ammette –. Ho però letto attentamente il decreto e, dopo essermi confrontata con il prefetto, sono arrivata alla conclusione che sia possibile passare da una regione all’altra per visitare i congiunti ma solo in presenza di un comprovato motivo di assoluta urgenza. E questo lo si può evincere dal decreto stesso, senza nessun tipo di interpretazione particolare o deroga". Tale lettura, puntualizza subito Coizzi, non deve però essere interpretata come un ‘liberi tutti’. "L’urgenza – scandisce – deve essere reale e non può diventare una scusa per farsi un giro. Di più, al momento, non è possibile ottenere". L’auspicio, conclude la prima cittadina di Occhiobello, è che "la visita ai parenti anche al di fuori della regione di residenza venga permessa il prima possibile".