
Edoardo Accorsi, sindaco di Cento: "Centrosinistra in grande affanno, bisogna ritrovare autorevolezza. I dirigenti siano più lungimiranti"
Due anni alle spalle, tre tutti da costruire. Uno dopo l’altro. Il mosaico amministrativo di Edoardo Accorsi, sindaco di Cento, è costellato da un’azione pragmatica e "di prossimità". Nella sua intervista al Carlino, il primo cittadino della città del Guercino mette in fila i risultati ottenuti, le prossime sfide e anche le occasioni mancate. Perché, premette, "non ho mai detto che il sindaco non sbaglia mai. Anzi". Dall’imminente approvazione del bilancio, passando per le sfide del Pnrr, l’annosa questione della sanità territoriale, finendo per l’attenzione ai più fragili. Quelle di Accorsi non sono promesse "ma impegni per migliorare i servizi alla mia comunità".
Sindaco Accorsi, partiamo dall’autocritica. Che cosa, in questi due anni di mandato appena trascorsi, avrebbe voluto fare meglio?
"Avrei voluto comunicare in maniera più efficace e incisiva il grande lavoro che la mia giunta sta portando avanti per la comunità centese. Un lavoro fatto di sforzi quotidiani e, soprattutto, ascolto delle istanze dei cittadini. Ribadisco di non aver mai sostenuto di essere infallibile. Ma con umiltà si ammettono gli errori e si prosegue".
Se dovesse indicarmi la scelta più difficile che ha fatto in questi due anni al timone del Comune, cosa risponderebbe?
"Sarei in grossa difficoltà. Nel senso che la difficoltà dell’essere amministratore, a maggior ragione al giorno d’oggi, è quella di dover decidere tutti i giorni. Dalla dimensione più contingente alle scelte più strategiche e di prospettiva. Sicuramente quelle prese in emergenza, dal Covid ai rincari energetici a seguito della guerra, sono le più difficili".
A che cosa ha dato priorità in questi due anni di mandato in termini di interventi?
"Sono state tante le operazioni messe a terra: dalla manutenzione delle strade, passando per la ricostruzione post-sisma, interventi poderosi agli impianti sportivi, ma senza dimenticare mai il sociale. Mi piace sempre ricordare che, a fronte di un caro energia che ha pesato sul bilancio per oltre due milioni in più rispetto alla norma, siamo comunque riusciti a destinare 100mila euro per le famiglie in povertà energetica".
Arriviamo al punto dolente: la sanità e la querelle del punto nascite. Com’è la situazione ora?
"Il problema della sanità non è centese, ma italiano. E, voglio chiarirlo subito, non nasce nell’ultimo anno di governo ma da ben prima. Purtroppo non si è capito che la sanità non è fatta da edifici, ma da professionisti che, purtroppo, sono sempre più rari. Sulla questione punto nascite e sulla sanità più in generale, da Roma al territorio, i cittadini giustamente si preoccupano. E pretendono risposte".
Nell’ultima Commissione territoriale socio sanitaria, a fronte di un bilancio delle aziende sanitarie in profondo rosso – il buco è di circa 116 milioni – lei e una folta schiera di sindaci di centrosinistra avete scelto comunque di votare favorevolmente. Perché?
"È stato un atto di responsabilità, benché siamo perfettamente consapevoli della grave situazione in cui versa il comparto. Non ci si può chiamare fuori. Tra l’altro, da quel bilancio arriveranno anche tanti investimenti sul territorio – a partire dai sette milioni per il nostro ospedale – segno comunque di un’attenzione di Regione e Azienda Usl per la sanità locale. A proposito di collaborazione, segnalo che abbiamo attivato – a Cento, Reno Centese e Renazzo – il servizio di infermiere di Comunità".
Arriviamo al capitolo Pnrr. Il Comune ha intercettato oltre venti milioni di euro. Su quali fronti avete scelto di concentrarvi?
"Vogliamo essere l’amministrazione del fare. Per cui non ci siamo limitati solo a intercettarle le risorse, bensì a spenderle orientandoci verso le priorità per la nostra comunità. A partire dagli asili nido. Per la prima volta, Cento ha una lista d’attesa. Cosa che non accadeva da anni. Il 25 novembre riapriamo la Pinacoteca civica e una grande attenzione è stata riservata alle frazioni".
Come ha impostato in questi anni il dialogo con l’opposizione, considerando il fatto che il vostro insediamento ha rappresentato una cesura netta con l’amministrazione precedente?
"Il rapporto è prima di tutto di rispetto, seppur nella differente visione delle cose. Non mi piacciono le contrapposizioni ideologiche, per cui sono il primo a riconoscere chi tra l’opposizione fa un buon lavoro a partire da Orgoglio Centese e dal consigliere di Fd’I, Alessandro Guaraldi. Registro invece una sostanziale assenza degli ex amministratori, in particolare in Consiglio comunale".
Dal suo osservatorio, qual è lo stato di salute del centrosinistra a livello provinciale?
"Mi pare che sia in grande affanno. Per come la vedo io il centrosinistra deve essere capace di rinnovarsi, di avere una classe dirigente lungimirante. Le persone di centrosinistra devono tornare a mettere gli stivali nel fango ed essere pronti anche alle critiche. L’autorevolezza agli occhi degli elettori, la si conquista giorno dopo giorno. Lavorando con serietà e determinazione".