Favori ai detenuti, medico dal giudice Tra i ‘pazienti’ anche ergastolani

Domani l’interrogatorio della dottoressa arrestata. Tra le accuse, aver dato farmaci per simulare malori. Finti problemi alla vista o dolori al torace per poter andare in ospedale. E qualcuno pianificava l’evasione

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di Federico Malavasi

Bastava simulare un problema alla vista, un dolore al torace o un attacco ischemico per poter lasciare il carcere con in tasca un’autorizzazione urgente per andare al pronto soccorso. Un gioco da ragazzi, se si conosceva il medico ‘giusto’. E il medico ‘giusto’, secondo gli inquirenti, era Carmen Salvatore, 54enne campana residente a Bologna e per un periodo (maggio 2021-marzo 2022) in servizio al carcere di via Arginone. La professionista è stata arrestata su ordine del giudice per le indagini preliminari Vartan Giacomelli e messa ai domiciliari con le pesanti accuse di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falso, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica e furto. Ma non è tutto. Salvatore avrebbe inoltre fatto entrare un cellulare in carcere e cercato di far avere della droga a un detenuto. L’inchiesta è stata condotta dagli investigatori del Nir della polizia penitenziaria e coordinata dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Tra i beneficiari dei ‘servizi’ del medico – sempre secondo le accuse – ci sarebbero detenuti di un certo rilievo, tra cui ergastolani e collaboratori di giustizia (uno dei quali avrebbe addirittura pensato di evadere approfittando del maggiore ‘spazio di manovra’ concesso da un ricovero in ospedale).

Le accuse. Il primo episodio contestato riguarda la promessa di una dichiarazione di incompatibilità con il carcere per un detenuto in cambio di duecentomila euro. In particolare, il medico avrebbe attestato che il paziente nutriva intenti suicidiari, disponendone il ricovero in ospedale per approfondimenti psichiatrici. Non solo. Per rendere ancora più credibile il quadro, avrebbe dovuto assumere determinati farmaci che gli avrebbero fatto perdere i sensi o accusare altri malori. Alcuni di quei medicinali, sostengono gli inquirenti, sarebbero stati rubati dalla stessa 54enne dall’infermeria del carcere. Oltre alle medicine, Salvatore avrebbe fatto avere allo stesso detenuto un cellulare, mentre la consegna di un secondo telefonino sarebbe fallita soltanto perché l’indagata era stata arrestata nell’ambito di un altro procedimento penale (un’inchiesta per evasione fiscale). Avrebbe infine cercato di fargli avere un etto di hashish, tentativo anche questo andato a monte. Episodi simili si sarebbero verificati con altri detenuti, per i quali la dottoressa avrebbe falsamente certificato un problema agli occhi, un attacco ischemico o un forte dolore toracico, permettendogli così di andare in ospedale per approfondimenti.

Dal giudice. La dottoressa Salvatore comparirà domani davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. In quell’occasione potrà scegliere se rispondere alle domande e fornire la propria versione dei fatti in merito alle pesanti accuse che le vengono contestate oppure se avvalersi della facoltà di non rispondere.

L’Ausl. Sulla vicenda interviene anche l’azienda Usl. " La dottoressa – fanno sapere dai piani alti di via Cassoli – era stata assunta con contratto libero professionale per garantire l’assistenza sanitaria all’interno del carcere e in quel momento non era emerso alcun motivo ostativo all’attivazione del contratto. Quattro mesi dopo l’amministrazione carceraria ha evidenziato all’azienda un sopravvenuto provvedimento nei confronti della dottoressa, a seguito del quale l’Ausl ha immediatamente interrotto il rapporto di lavoro con lei. L’azienda – conclude la nota – è in ogni caso a disposizione degli organi inquirenti e offrirà come di consueto, per quanto di sua competenza, la massima collaborazione".