Fertilizzanti green a Dubai "Progetto Unife nel mondo"

A Expo 2020 la città e il suo Ateneo saranno protagonisti con ’Zeoliva’. Ferretti: "Il progetto vuole ridurne l’utilizzo per abbassare l’inquinamento"

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di Matteo Langone

Ferrara, grazie al proprio Ateneo, sarà protagonista a Dubai. Questo fine settimana, tra i padiglioni di Expo 2020 in terra asiatica (la dicitura ufficiale è rimasta la stessa anche se l’evento è stato traslato a quest’anno, causa pandemia), Giacomo Ferretti porterà la nostra città alla ribalta internazionale grazie al progetto ‘Zeoliva’. "La voglia di essere presente è tanta – spiega il ricercatore 32enne del Dipartimento scienze dell’ambiente e della prevenzione di Unife –. Questa occasione rappresenta una grande opportunità per l’Ateneo e, di conseguenza, anche per me".

Ferretti, di cosa tratta questo progetto?

"In sintesi, ci stiamo prefiggendo di utilizzare minerali zeoliti naturali per riuscire a ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti e dei pesticidi nell’ambito dell’olivicoltura. Si tratta di un progetto finanziato dal Ministero delle politiche agricole e gestito, appunto, da Unife di concerto con l’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale ricerche".

Da quanto tempo ci sta lavorando?

"Io sono inserito all’interno di un gruppo di ricerca, guidato dal docente Massimo Coltorti (dipartimento di Fisica e scienze della Terra di Unife, ndr), di cui fanno parte anche la ricercatrice Barbara Faccini e due dottorandi, Giulio Galamini e Valeria Medoro. ‘Zeoliva’ è iniziato ufficialmente nel 2019 e si concluderà nel 2022. Ma sul minerale in questione ci stiamo lavorando già da una decina di anni".

Si spieghi

"Tutto è iniziato, come detto, una decina di anni fa con un progetto europeo. Poi, pian piano, abbiamo specificato il lavoro sul trattamento dei reflui: in parole povere, ad oggi più del 50% dell’azoto che immettiamo nel terreno finisce per inquinare. Noi miriamo ad aumentare l’efficienza dei fertilizzanti, riducendo al tempo stesso l’inquinamento".

Al di là dell’inquinamento atmosferico, qual è il rischio di continuare con i metodi agricoli attuali?

"I suoli stanno perdendo fertilità, ovvero la capacità di produrre cibo. Servono nuovi metodi, naturali e sostenibili, per mantenere una buona produzione e proteggere l’ambiente. Affinando gli studi, ci siamo concentrati sugli olivi: ciò su cui lavoriamo è anche importante per proteggere le foglie e i frutti stessi dagli insetti dannosi".

Prima spiegava che il progetto si concluderà l’anno prossimo. Ad oggi, quindi, a che stadio siete arrivati?

"Per quanto riguarda il trattamento dei reflui, posso dire che siamo molto avanti con il lavoro. Sono già stati venduti macchinari a scala di impianto a diverse aziende. Per quanto riguarda il discorso relativo, in particolare, all’olivicoltura, il progetto ha già mostrato dati promettenti: le piante crescono bene e i prodotti sono buoni. Inoltre siamo riusciti a ridurre significativamente le perdite di azoto nel suolo. Grosso modo, si garantisce la stessa resa con circa il 50% in meno di fertilizzanti".

E ora, finalmente, tutto ciò potrà essere spiegato al mondo. "Sì, effettivamente è la prima che ‘Zeoliva’ viene presentato su un palcoscenico così prestigioso com’è l’Expo. Sono eccitato e orgoglioso di poter rappresentare Unife al padiglione Italia durante il prossimo fine settimana. Andai anche a Milano, nel 2015, ma con un banchetto molto più piccolo a esporre un altro progetto. In questa occasione, tra l’altro, l’iniziativa sarà trasmessa in diretta streaming".