Fiera, gara ’pilotata’ per il post sisma Tagliani: "Ho agito correttamente"

L’ex sindaco respinge le accuse. E Modonesi: "Non scappo dal processo, mi difenderò nelle sedi opportune"

Migration

di Cristina Rufini

A prendere la parola, dopo il terremoto giudiziario che si è abbattuto su di loro con la chiusura delle indagini del secondo filone sull’Ente Fiera, quello sulla presunta truffa ai danni della Regione per ottenere il contributo per l’adeguamento sismico accedendo ai fondi post sisma, sono l’ex sindaco di Ferrara, sono Tiziano Tagliani, e l’ex assessore ai lavori pubblici della stessa giunta, Aldo Modonesi.

In attesa di farlo davanti al pubblico ministero, con un eventuale interrogatorio o, in caso di successiva richiesta di rinvio a giudizio, davanti a un giudice. All’ex sindaco, il pm Ciro Alberto Savino, titolare della maxinchiesta sulla Fiera, contesta la truffa e la rimozione delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. La truffa per avere in concorso con altri posto in essere artifizi per far corrispondere "fraudolentemente" alla Regione l’intero costo dei lavori di adeguamento sismico della struttura fieristica, dichiarando danni strutturali dovuti al terremoto del 2012, inesistenti secondo l’ipotesi della procura, riuscendo così a ottenere un contributo di 4,951 milioni, di cui ne sarebbero stati spesi 4,554. Tutto grazie a una perizia in cui si attestavano danni causati dal sisma e sopralluoghi eseguiti dal 2012, che non troverebbero conferma negli atti in mano alla procura. "Dopo tre anni di indagini risulta a mio carico un’ipotesi di imputazione per avere indotto con altre persone, mediante artifizi, il commissario governativo al sisma – prosegue Tagliani – a rimborsare i danni per circa tre milioni a seguito del terremoto del 2012 somma corrispondente ai danni sull’immobile gestito dall’ente e della quale, invece, avrebbe dovuto farsi carico solo il Comune e non il Commissario. Ora per circa venti anni ho assicurato il corretto svolgimento di appalti per un totale di circa due miliardi di euro come sindaco, presidente della Provincia, e presidente dell’Agenzia regionale per il servizio all’ambiente e per il servizio idrico, pertanto il fatto non contestato che l’unico beneficiario di questa presunta azione illecita sarebbe solo il Comune di Ferrara e non altro, non è per nulla di mia consolazione".

"Prendo atto delle contestazioni mosse e serenamente affermo la mia più totale estraneità ai fatti - commenta l’ex assessore Modonesi –. Non scappo dal processo, anzi: mi difenderò nelle sedi opportune dimostrando come il mio operato da amministratore pubblico sia sempre stato improntato alla massima trasparenza e al rispetto delle regole. Ho, dalla mia parte, una famiglia splendida e la coscienza pulita". A lui, oltre la truffa in concorso con l’ex sindaco e altri, vengono contestati i reati di turbativa d’asta e un episodio di corruzione per un contributo che l’impresa AeC, titolare dell’appalto di ricostruzione, avrebbe promesso all’assessore quale contributo per l’ente palio, considerando che Modonesi era all’epoca anche assessore al Palio.