Fornasini non ci sta: "Da Anselmo cantonate che offendono chi lavora. Il nostro bilancio è sano"

L’assessore risponde: "Mi auguro che l’avvocato non si faccia consigliare da esponenti dell’opposizione per avanzare critiche alla gestione finanziaria del Comune: rischia errori marchiani".

Fornasini non ci sta: "Da Anselmo cantonate che offendono chi lavora. Il nostro bilancio è sano"

Fornasini non ci sta: "Da Anselmo cantonate che offendono chi lavora. Il nostro bilancio è sano"

Di Bisceglie

Alle "insinuazioni gravi" risponde con i numeri "certificati dal collegio dei revisori, che è un organo terzo". E i numeri, in questo contesto, sono una priorità. Stiamo parlando evidentemente della polemica innescata dal candidato sindaco di centrosinistra Fabio Anselmo sui prelievi fatti dall’amministrazione al fondo di riserva. L’assessore al Bilancio, Matteo Fornasini, si incarica – assieme al dirigente comunale Edi Ferioli – di rispondere alle critiche. "Mi auguro – scandisce in apertura l’amministratore – che l’avvocato non si faccia consigliare dai consiglieri di opposizione per avanzare critiche alla gestione finanziaria del Comune: il rischio è quello di incappare in errori marchiani. Vere e proprie cantonate". In particolare ciò che Fornasini reputa particolarmente grave è l’affermazione di Anselmo in ordine alle spese legate alla campagna elettorale. "Insinuare che le risorse prelevate dal fondo di riserva siano state utilizzate per pagare la campagna elettorale – dice – è gravissimo. Non solo: la bontà delle nostre azioni in ordine alla gestione del fondo di riserva sono certificate da un organo terzo, che è il collegio dei revisori".

Un organismo che ha certificato che "il rendiconto è in ordine e che il bilancio è sano". Per cui, Fornasini si è voluto esporre proprio per "salvaguardare il grande lavoro fatto dagli uffici comunali, che l’opposizione con queste sortite ha profondamente offeso". Nella sua argomentazione, tra il politico e il tecnico, l’assessore al Bilancio fa riferimento all’articolo 166 del Tuel. E, in particolare, al secondo comma secondo che disciplina le modalità con le quali un’amministrazione può accedere al fondo di riserva.

La sottolineatura sulla "discrezionalità" di accesso al fondo stesso è tutt’altro che esclusivamente metodologica. Tutto parte dalle richieste, avanzate dai dem Francesco Colaiacovo ed Elia Cusinato, su come fossero stati impiegati i circa 450 mila euro prelevati. "La richiesta di un parere da parte del collegio dei revisori, avanzata dalla minoranza – dice Fornasini – è tutt’altro che usuale, ma in virtù della trasparenza, abbiamo dato le risposte alle domande che ci sono state avanzate. Ancora una volta, il collegio ha rafforzato la bontà della nostra posizione". Tanto più che, in punta di testo unico degli enti locali, la normativa prevede – anche qui – una discrezionalità affidata alla Giunta, che può scegliere di destinare al fondo di riserva dallo 0,3 al 2% della spesa di parte corrente de bilancio. Ferrara ha scelto di stare nel mezzo.

"Non abbiamo messo solo 400mila euro – spiega Fornasini esplicitando la proporzionalità tra gli importi – e neanche due milioni di euro: abbiamo scelto di destinare oltre settecento mila euro". Una scelta, quest’ultima, "operata per garantire le prerogative del consiglio comunale, che esercita una potestà di controllo sui conti del Comune. Per cui, destinare troppe risorse a un fondo il cui utilizzo è discrezionale e dunque non soggetto al controllo dell’Aula che si limita a prenderne atto, ci sembrava sbagliato". Anche sull’indebitamento dell’Ente, Fornasini non si tira indietro e risponde sul punto. "Consiglieri come Colaiacovo – spiega – non si stracciavano le vesti quando l’indebitamento del Comune superava i 140 milioni di euro. Ebbene, noi in questa legislatura, abbiamo ridotto lo stock di indebitamento di oltre undici milioni di euro, non rinunciando agli investimenti e senza alzare le tasse. In più, abbiamo rilanciato enti – come la Fiera – in cui le amministrazioni precedenti ci avevano lasciato voragini di bilancio enormi".