Fu ucciso da Igor. Risarcimento ai parenti: la Provincia di Ferrara pagherà 1,1 milioni

La decisione del giudice: la guardia ecologica non doveva essere lì "L’ente è responsabile di aver inviato il volontario in una zona rossa".

Fu ucciso da Igor. Risarcimento ai parenti: la Provincia di Ferrara pagherà 1,1 milioni

Fu ucciso da Igor. Risarcimento ai parenti: la Provincia di Ferrara pagherà 1,1 milioni

Per la legge italiana Igor il russo – cinque assassini tra Italia e Spagna, condannato all’ergastolo in via definitiva dopo una fuga di otto mesi –, non è l’unico responsabile della morte di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria ucciso in un agguato l’8 aprile 2017, mentre era di pattuglia antibracconaggio. Verri, 63 anni in pensione, era in auto insieme all’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, nelle campagne di Portomaggiore, quando i due si imbatterono nell’uomo che poi risultò essere serbo e chiamarsi Norbert Feher. Verri morì, Ravaglia rimase gravemente ferito e si salvò solo perché si finse morto. Ora, su un piano diverso da quello penale, per quell’episodio la Provincia è stata condannata a risarcire oltre 1,1 milioni ai suoi familiari. "La morte di Valerio Verri – chiosa l’avvocato Fabio Anselmo che con il suo studio ha sempre creduto nella vittoria della causa – non è solo responsabilità di Igor, il suo assassino. Valerio non doveva essere su quell’auto e quell’auto non doveva essere lì. Chi ha sostenuto il contrario faccia un atto di riflessione profonda e si guardi nella coscienza".

La causa davanti al giudice del Lavoro Alessandra De Curtis poggiava sul presupposto che il volontario non doveva essere lì, perché Igor era già ricercato per l’omicidio di Davide Fabbri, commesso una settimana prima a Riccardina di Budrio. E soprattutto in una zona rossa, off limits per tutti ad esclusione delle forze dell’ordine come disposto dalla Prefettura estense. "Accertata e dichiarata la responsabilità dell’ente", così la sentenza, per quello che viene ritenuto un infortunio mortale, con il risarcimento del danno non patrimoniale biologico di natura psichica, accresciuto dalla sofferenza, in particolare a moglie e due figli (oltre 300mila euro ciascuno). Più il danno patrimoniale per spese di consulenza medica, funerarie e di successione e patrimoniale futuro per la nipote, con in aggiunta interessi e rivalutazione monetaria.

Seppur Verri volontario, la Provincia, come datore di lavoro, avrebbe dovuto fare di tutto per proteggerlo ed evitare la tragedia. "La nostra vita – dice con dolcezza Francesca, la figlia – è stata devastata sei anni e mezzo fa. Certe cose le vedevamo solo nei film, non fanno parte del nostro mondo. Faccio ancora fatica a rendermi conto che dopo tutti questi anni ce l’abbiamo fatta. Sono state accertate le responsabilità, messe nero su bianco in una sentenza". "Ma non possiamo gioire – chiude il fratello, Emanuele –, papà non ce lo ridarà più nessuno".