"Gesù ci insegna a rivolgerci al Padre con l’insistenza dei figli"

"Una rinata voglia di Dio": così sono stati chiamati i risultati di una indagine Istat che ha evidenziato come diverse persone nel pieno della pandemia, quando l’Italia era in lockdown, hanno fatto ricorso alla preghiera. Vista la situazione ‘limite’ attraversata, per molti è un dato scontato, ma al di là delle interpretazioni possibili non si può negare che, per alcuni, è stata l’occasione per vivere o scoprire quell’azione che, come l’ha definita papa Francesco, è "il respiro della fede", il "grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio". La preghiera continua a coinvolgere l’umanità, come accade anche nel Vangelo di questa domenica dove i discepoli chiedono: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Probabilmente erano rimasti affascinati dal modo di pregare del Maestro. Gesù offre loro la preghiera del Padre nostro; l’evangelista Luca presenta la versione breve rispetto a quella più nota di Matteo. Non una orazione tra le tante o una formula da ripetere a memoria, ma un compendio del principale contenuto della fede cristiana, della relazione d’amicizia del Figlio con suo Padre. Per questo il Padre nostro, sin dalle origini della Chiesa, viene consegnato ai catecumeni, prima di ricevere il Battesimo, come sintesi delle catechesi preparatoria e per ricordare ciò a cui si deve tendere nel legame con il Signore. Ogni invocazione è rivolta a Dio che noi, come Gesù, chiamiamo Padre, riconoscendoci semplicemente figli, sentendoci parte di un contesto familiare di calore, di vicinanza. Veniamo educati a chiedere che il suo nome sia santificato, la sua unicità nell’amore sia riconosciuta e accolta da parte di coloro che entrano a far parte del suo Regno. Un Regno che si oppone ai regni di questo mondo, in cui alla smania del dominio si privilegia la logica del servizio, dove ogni persona sente il bisogno del pane quotidiano per sostenersi, del perdono per riconciliarsi e dell’aiuto del Padre per sentirsi sorretti nella prova. Quello che si acquisisce con la preghiera è davvero un respiro diverso, attraverso cui possiamo sperimentare la pace nonostante le avversità della vita. Per questo veniamo stimolati a chiedere, a cercare e a bussare "perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto". Gesù risveglia in noi il desiderio di rivolgerci al Padre con l’insistenza dei figli, con quel grido che nasce dal cuore ed esprime la fiducia in Colui che non fa mancare il dono più bello, lo Spirito.

Don Francesco Viali