"Gorbaciov, la glasnost e la mia esperienza di lavoro a Volski"

Caro Carlino,

è morto un grande uomo, che la storia farà vivere per sempre. Salito al potere, ha iniziato il rinnovamento della grande Russia. Ha aperto a grandi imprese di costruzioni straniere, europee, ma anche americane, australiane per cambiare volto al paese, soffocato in una stasi perenne dal vecchio sistema. A Volski, vicino a Volgograd (ex Stalingrado), la mia impresa di costruzioni, assieme ad altre tre italiane, era impegnata nella costruzione di una grande acciaieria. Eravamo in 4000 lavoratori, l’ opera si estendeva su una superficie come una cittadina (Codigoro) e la produttività dell’ acciaieria sarebbe stata il doppio della “Dalmine“ italiana. Lavoro consegnato in due anni. La vecchia nomenclatura, alla quale Gorbaciov aveva tolto i privilegi, soffiava sotto per destituirlo. Un esempio. Ai magazzini alimentari di stato (dove si vendeva a prezzo politico calmierato), ricordo le file chilometriche sotto la neve in attesa dell’ apertura, ebbene, riuscivano a far fermare la colonna di camion con le derrate alimentari una settimana al sole della steppa, così arrivava sugli scaffali roba marcia. Il popolo diceva: “Sono questi il rinnovamento, la glasnost’? “Finché, con il colpo di stato di agosto 1991, sono riusciti a buttarlo giù. Peccato, la Russia mai aveva avuto un presidente così!

Tito Rovatti

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GAS, LE COLPE

DEGLI AUMENTI

Caro Carlino,

Zaramella (sul Resto del Carlino del 19) critica la campagna elettorale del PD: “il governo Letta ha aumentato la dipendenza dal gas russo al 45%, il governo Monti al 25%, quello Conte al 47%“. Tutto questo dopo che il ”lungimirante” governo Berlusconi aveva portato l’Italia al 20%. Ora, posto che è evidente che l’aumento è dovuto alla guerra Russo Ucraina, alle sanzioni, (alle speculazioni enormi ), vorrei proporre al lettore l’uso della sfera di cristallo. Come poteva prevedere un terremoto del genere Letta, Conte, Monti eccetera ( tutta ”roba” di sinistra). Forse ascoltando di più Salvini e Berlusconi, che sono completamente al di fuori dei rapporti con Putin, avremmo potuto prevedere. In un punto sono d’accordo con Zaramella: ”siamo in campagna elettorale e quindi tutto è permesso” .

Andrea Finotti