Igor confessa l'omicidio di Verri, i figli. 'Nostro padre scambiato per un poliziotto'

Il legale della famiglia ha potuto fare domande a Norbert Feher: “Descrizione drammatica, ha dimostrato una freddezza allucinante"

Igor 'il Russo' in una foto tratta dal suo profilo Facebook ai tempi della latitanza

Igor 'il Russo' in una foto tratta dal suo profilo Facebook ai tempi della latitanza

Bologna, 30 gennaio 2019 – “Per la famiglia era importante capire perché Valerio è stato vittima di colpi di arma da fuoco in modo così spietato. Credo che questo lui lo abbia chiarito. Una freddezza allucinante, ma è chiaro che quello che a Francesca e ad Emanuele (i figli di Verri, ndr) serviva era conoscere come è morto Valerio”. Lo ha detto, uscendo dall'aula del Tribunale di Bologna, Fabio Anselmo, legale della famiglia della guardia ecologica volontaria uccisa nel Ferrarese l’8 aprile del 2017, durante l'udienza di oggi ha potuto fare domande precise a Norbert Feher, collegato in videoconferenza dalla Spagna. “È stata un'udienza, per noi, estremamente significativa. Due minuti di questa udienza - ha aggiunto Anselmo - per noi sono tutto. È stato particolarmente drammatico il passaggio con il quale Igor ha descritto il perché e come ha ucciso Valerio Verri e ha sparato e ferito Ravaglia. Dopo l'inseguimento si è fermato perché ha visto che non riusciva a scappare, ha visto scendere dall'auto Ravaglia con la mano sulla pistola, nell'atto o di estrarla o comunque con la pistola in mano, e ha fatto fuoco. Gli ho chiesto: 'Ma lei ha ucciso anche Valerio Verri?'. Lui ha detto: 'Si, certò. 'Ma lei - ho domandato ancora - si è premurato di capire se avesse una pistola anche lui?'. 'No - ha risposto Igor - ma era comunque sull'auto della polizia provinciale, era un poliziotto e io dovevo sdraiare tutti e due’. Ha precisato - ha concluso il legale - che le armi non le avrebbe usate se non si fosse sentito in pericolo. Chiaramente è un criminale, è un assassino, ma io credo che, in questo frangente per questo episodio, le cose siano andate proprio così”.

RUSSO_31907139_225212 Secondo Francesca Verri, invece, “chi doveva sospendere il servizio delle guardie volontarie forse è ora che si guardi allo specchio”, mentre il fratello, Emanuele Verri, anche lui in aula in Tribunale a Bologna, ha aggiunto: “Ci ha confermato ciò che volevamo sentirci dire: nostro padre non era un poliziotto, era un volontario in pensione”. Norbert Feher alias Igor 'il russo’, collegato in video conferenza dal carcere di Saragozza con il tribunale di Bologna, in udienza avrebbe infatti detto: “Ho sparato a Ravaglia perché aveva una pistola in mano. Poi ho sparato a Verri senza guardare se era armato perché per me era un poliziotto pure lui e dovevo sdraiare tutti e due”. A riportare le parole su Facebook è stata la stessa Francesca Verri. Ravaglia è l'agente di polizia provinciale di pattuglia con Verri e rimasto gravemente ferito nell'agguato dell’8 aprile 2017, anche lui presente in Tribunale a Bologna.

L'ARRIVO IN ITALIA

Quando ha sentito Igor raccontare dell'agguato in cui morì Valerio Verri e lui rimase ferito, Marco Ravaglia ha "accusato un po' il colpo". In particolare "quando ha detto che doveva stenderci". Ravaglia, agente di polizia provinciale, lo ha spiegato ai cronisti dopo l'udienza. "Sono arrivato preparato bene", ha detto ancora "grazie alla psicologa del polo di San Giorgio di Ferrara che mi segue e non ho avuto ripercussioni a livello psicologico. Avevo da un lato mia moglie che mi teneva la mano, e al mio fianco il mio avvocato Denis Lovison".

Ravaglia ha poi voluto aggiungere una frase che si era appuntato, una citazione della poetessa Maya Angelou: "L'odio ha causato molti problemi nel mondo, ma non ne ha ancora risolto nemmeno uno. Io ho avuto la fortuna - ha concluso - di nascere in una famiglia che mi ha solamente insegnato l'amore".