Igor il Russo confessa gli omicidi. "Dovevo schiacciare tutto"

Feher ha ammesso di aver ucciso il barista di Budrio Fabbri e il volontario Verri in video collegamento dalla Spagna. No alla perizia psichiatrica, processo con rito abbreviato

Igor il Russo scortato in tribunale da agenti della Guardia Civil spagnola (Ansa)

Igor il Russo scortato in tribunale da agenti della Guardia Civil spagnola (Ansa)

Bologna, 30 gennaio 2019 - Dopo il rinvio di fine novembre per un problema tecnico, si è tenuta questa mattina davanti al gup di Bologna l'udienza preliminare (la seconda) per Norbert Feher alias Igor il Russo: in video collegamento dalla Spagna Feher ha confessato i due omicidi commessi in Italia, quelli del barista Davide Fabbri e della guardia volontaria Valerio Verri, commessi l'1 e l'8 aprile 2017 a Budrio e Portomaggiore (Ferrara).

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Igor è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Saragozza, proprio in Spagna Feher è stato arrestato nel dicembre del 2017 dopo otto mesi di latitanza.

Su Igor non sarà fatta una perizia psichiatrica, l'ha deciso il Gup Alberto Ziroldi, che ha respinto la richiesta della difesa del serbo. Secondo il giudice non è dunque necessaria, ai fini del processo, valutare la capacità di intendere e di volere di Feher. L'imputato ha risposto alle domande delle parti per quasi due ore, collegato in video dal carcere spagnolo. Giubbotto blu e camicia bianca, sbarbato, Igor è apparso a chi lo ha visto molto sicuro di sé nelle risposte che ha dato e nel dichiarare che non avrebbe risposto ad alcune domande.

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Gli omicidi di Fabbri e Verri

Igor ha ammesso la responsabilità degli omicidi di Fabbri e Verri, dicendo però di aver sparato perché messo alle strette.“Ho sparato a Ravaglia perché aveva una pistola in mano. Poi ho sparato a Verri senza guardare se era armato perché per me era un poliziotto pure lui e dovevo sdraiare tutti e due”. Parole che avrebbe pronunciato Feher secondo quanto riporta su Facebook Francesca Verri, figlia di una vittima, presente in aula.

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Igor ha ricostruito così l'omicidio del barista di Budrio: "Dovevo schiacciare tutto quello che avevo davanti. Mi sono sentito minacciato, allora ho tirato fuori la seconda arma e l'ho seccato". Feher ha anche spiegato di essere andato nel bar di Fabbri non per una rapina, ma per riscuotere un credito di circa 10mila euro per conto di una persona di cui non ha fatto il nome: sarebbe stato pagato con il 10% della somma e con alcune pistole.

La fuga, la latitanza, la cattura

"Non tradirò mai gli amici", è il concetto espresso da Igor in udienza. L'imputato ha fatto riferimento a un 'codice' nelle azioni e a regole che gli impediscono di dare informazioni su chi lo ha aiutato nella fuga dall'Italia alla Spagna. Ha detto solo di essersi mosso in bici, e con altri mezzi, di aver fatto tappe in Francia.  Non ha fornito dettagli particolari sulla sua latitanza: "La natura è casa mia", avrebbe semplicemente detto, spiegando come ha fatto a rimanere nascosto per tanto tempo, sfuggendo a un'imponente caccia all'uomo.

Sulla cattura in Aragona, Feher ha raccontato che dopo l'omicidio dell'allevatore José Iranzo, rimase in zona e non fuggì subito perché voleva recuperare la sua Bibbia, lasciata in un covo. In seguito al primo assassinio spagnolo, Igor tornò dunque sui propri passi e uccise anche due agenti della Guardia Civil, prima di essere arrestato il 15 dicembre, trovato svenuto ai margini di una strada dove aveva fatto un incidente stradale.

L'elemento della Bibbia conferma la forte religiosità dichiarata dal killer anche nelle sedute con gli psicologi che hanno avuto colloqui con lui in Spagna 

Le altre accuse e il processo

Igor ha invece detto di non c'entrare nulla con la rapina alla guardia giurata Piero Di Marco, il 30 aprile 2017 a Consandolo (Ferrara) né con l'omicidio del metronotte Salvatore Chianese, nel dicembre 2015 a Ravenna, un ulteriore e precedente delitto per cui è sospettato. 

Il processo procede con il rito abbreviato semplice e il 25 marzo c'è la discussione, con la requisitoria del pm Marco Forte e le arringhe di parti civili e difesa.

Chi è Igor il Russo

Igor, 37 anni, fu arrestato il 15 dicembre 2017 a Teruel, in Aragona, al termine di una lunga latitanza. Fu catturato, svenuto, a bordo di un pick-up uscito di strada e appena rubato dopo aver ucciso ad El Ventorillo un allevatore e due agenti della guardia civile.

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L'ARRIVO IN ITALIA

Descritto dalle perizie spagnole come un killer freddo, lucido, narcisista e senza rimorsi, dovrà rispondere in Italia degli omicidi del barista Davide Fabbri e della guardia giurata Valerio Verri. Il primo fu ucciso all'inizio di aprile 2017 a Riccardina di Budrio ( Bologna) durante un tentativo di rapina. Il secondo fu vittima, sette giorni dopo, di un agguato mortale durante un servizio di pattuglia antibracconaggio nelle Valli del Mezzano, nel Ferrarese, in cui rimase gravemente ferito Marco Ravaglia, agente di polizia provinciale.

Iniziò così una imponente caccia all'uomo condotta 'palmo a palmo' nella cosiddetta zona rossa un'area di circa 40 chilometri nella 'bassa' tra Molinella ( Bologna) e Campotto (Ferrara). Impegnati per giorni e giorni i reparti speciali dei carabinieri con 150 militari per ogni turno e per 24 ore al giorno intenti a setacciare il territorio tra casolari ed acquitrini. Una lunga fuga interrotta dall'arresto in Spagna dove, peraltro, gli investigatori italiani ne sospettavano la presenza. "Non voglio un processo pubblico", le parole pronunciate in videoconferenza da Igor il Russo che, nella prima udienza dello scorso 31 ottobre, ha rifiutato la presenza della stampa in aula.

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