Il business dell’automotive: "Per Apicom clienti stellari"

L’azienda di Cento produce banchi di prova motori per i grandi marchi di tutto il mondo

Il business dell’automotive  "Per Apicom clienti stellari"

Il business dell’automotive "Per Apicom clienti stellari"

Cento (Ferrara), 20 giugno 2023 – Apicom appartiene a quel fortunato mondo, made in Emilia-Romagna, che fa di questa regione la patria dell’automotive, ammirata e invidiata a ogni latitudine. L’azienda di Corporeno di Cento, nel Ferrarese, è infatti iperspecializzata e opera praticamente con tutto il mondo. La sua citata fortuna è naturalmente cercata, meritata e trovata grazie a un gruppo di tecnici e professionisti di prim’ordine, che da una quarantina di anni affrontano il mercato con successo facendo grande leva sulla ricerca e la tecnologia più avanzate. Da una decina d’anni la società fa parte del gruppo franco-belga Gmb InvestIcm (200 milioni di volume di affari in comparti diversificati, 1.700 dipendenti), di proprietà della famiglia Marquet, il cui capostipite, Claude, è di recente scomparso. Amministratore delegato è Stefano Borghi.

Borghi, so che per prima cosa vuol parlare di Claude Marquet.

"Sì. Ricordo – ricordiamo – il presidente Marquet con affetto e commozione. Nel 2013 ha rilevato Apicom, che è divenuta proprietà della sua famiglia; l’ha rilanciata, ha creato un gruppo forte salvando l’azienda e producendo nuovo entusiasmo; gli uomini e le donne di Apicom hanno continuato a realizzare ciò che hanno sempre fatto, ma marcatamente segnati dal suo insegnamento".

Cosa produce Apicom?

"Banchi di prova motori per autovetture, motocicli, truck, veicoli militari e... per tutto quello che ruota".

Il portafoglio-clienti è stellare.

"In effetti è un elenco lungo e prestigioso: Ducati e Betamotor, Piaggio e Aprilia, Ktm e Sherco, Jaguar e Land Rover, Daimler, Fiat e Man, importanti costruttori cinesi".

Ricerca, innovazione e professionalità: quanto sono importanti?

"Cito solo questo dato: il 10% del nostro giro di affari è realizzato con prodotti standard, tutto il resto con prodotti customizzati, dunque fatti apposta per il cliente, che alla fine diventano dei servizi; insomma, ogni volta operiamo intensamente nel campo della ricerca e dello sviluppo perché vogliamo offrire al cliente esattamente ciò di cui necessita".

Quali sono i "numeri" dell’azienda?

"Il valore della produzione di Apicom Italia ha superato nel 2022 i 15 milioni, con un budget per l’anno in corso di 20 milioni. Ma il gruppo, con le sue controllate inglesi e tedesche, ha raggiunto i 22 milioni con una previsione di 29 milioni".

State lavorando su importanti strategie.

"Dal punto di vista organizzativo, con le nostre filiali inglese e tedesca, vorremmo realizzare il progetto One company, quindi dare vita, secondo una prospettiva di efficienza, a una società unica in grado di sfruttare le migliori capacità espresse dai singoli Paesi. Ci sarà anche un rilancio della nostra presenza in Cina".

Recente e importante è l’accordo con Stellantis e l’azienda austriaca Avl: quali i motivi e gli obiettivi?

"La nostra cugina Industrielec da anni lavorava con Psa effettuando manutenzione preventiva; quando Psa si è fusa con Fiat diventando Stellantis, è stato scelto il sistema preventivo dell’ex gruppo francese. È partita una gara, ci siamo presentati assieme al numero uno al mondo nel settore banchi prova, Avl, con l’accordo di costituire una joint-venture paritetica. La società ha stipulato un contratto quinquennale con Stellantis per la manutenzione di tutti gli stabilimenti. La sede della società sarà a Cento: ci abbiamo tenuto molto. Assumerà cinquanta persone sul territorio nazionale".