Il cibo, difesa dall’ansia Boom di pazienti obesi

I risultati allarmanti di uno studio sui disturbi alimentari durante la pandemia. Spesso il ’vizio’ di mangiare è legato allo smart working con il computer in cucina

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di Mario Bovenzi

Nel periodo del lockdown i pazienti obesi sono raddoppiati rispetto ai numeri registrati nell’anno precedente alla pandemia. Il fenomeno, in continuo aumento anche quest’anno, ha coinvolto per la maggior parte donne sopra i 40 anni che hanno cominciato ad abbuffarsi o semplicemente a spiluccare dolci e pizzette proprio nel periodo di smart working nella cucina trasformata in zona lavoro con tanto di computer, cuffiette e tramezzini, presenza fissa a fianco della tastiera. Nello stesso periodo sono saliti i casi di anoressia che sono addirittura raddoppiati rispetto ai numeri registrati nell’anno precedente alla pandemia.

E’ quanto emerge da una ricerca sui disturbi alimentari ed effetti del lockdown portata avanti da un team formato da professionisti dell’ospedale privato Salus in collaborazione con l’università di Napoli e la casa di cura San Rossore di Pisa. L’indagine, promossa dalla Sisdca (società italiana per lo studio dei disturbi alimentari e obesità), è stata condotta dalla squadra del ‘Centro per i disturbi del peso e dell’alimentazione’ Salus guidata dalla responsabile dottoressa Emilia Manzato, psichiatra, membro del direttivo nazionale Sisdca e componente dell’European chapter board della Aed (Academy of eating disordrs). Al suo fianco le dottoresse Eleonora Roncarati dietista, membro Sisdca, università di Ferrara, e Malvina Gualandi internista, membro Sisdca che è stata internista del centro dca dell’ospedale Sant’Anna. L’indagine finirà sul tavolo del convegno mondiale della Aed nella giornata dedicata all’European chapter. I casi di anoressia nervosa sono passati da 10 a 21 (prime visite); quelli legati all’obesità da 42 a 79. Numeri che anche se in assoluto non sembrano essere preoccupanti lo sono per il balzo in percentuale che rappresentano, tra l’altro in un periodo non certo lungo, ed anche per alcuni aspetti che mettono in luce e che sono all’origine di queste gravi patologie. Un esempio, quello legato all’età. "Per l’anoressia – spiega la dottoressa Emilia Manzato –, che colpisce in modo quasi totale le ragazze, la soglia è scesa in modo vertiginoso assestandosi sui 13 anni (prima della pandemia l’età media era 17 anni)". A preoccupare anche un alto fattore, è diventato più lungo il tempo intercorso tra l’esordio dalla patologia e la cura. Evidentemente chi vive questo incubo non trova il coraggio di raccontare la situazione nella quale si trova drammaticamente a confrontarsi giorno dopo giorno oppure non è consapevole della trasformazione che il suo corpo sta subendo. Ancora. L’esordio della patologia per le ragazze paradossalmente è stato causato dal desiderio di mangiare sano proprio per compensare la mancanza d’attività fisica, fattore associato alle difficoltà ad accettare l’isolamento. E’ emersa una maggiore frequentazione dei social in alcuni casi, social consultati proprio per cercare siti dedicati all’alimentazione. Per gli obesi la corsa a tagliatelle, snack e altre leccornie era un sfogo per affrontare noia o ansia da Covid.