Il film ’Gli occhiali d’oro’ a palazzo Roverella

La trasposizione cinematografica del romanzo di Bassani con Montaldo alla regia verrà proiettata stasera nella sede del circolo negozianti

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È dedicata alla proiezione del film di Giuliano Montaldo, ’Gli occhiali d’oro’, la seconda serata del centro documentazione studi e ricerche cinema Ferrarese all’interno della rassegna Ferrara: Ciak su un territorio. L’appuntamento è oggi alle 21 nella corte interna di palazzo Roverella, sede del circolo Negozianti che, insieme al Cds cultura, ha promosso il centro dedicato alle produzioni ferraresi, diretto dal critico e storico del cinema Paolo Micalizzi, collaboratore de il Resto del Carlino. Dopo i saluti istituzionali di Paolo Orsatti, presidente del circolo negozianti, Paolo Micalizzi introdurrà la proiezione del film tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani. È una delle tre trasposizioni cinematografiche dai suoi romanzi, quella più cara allo scrittore, fra l’altro.

Gli occhiali d’oro sono quelli del dottor Fadigati (Philippe Noiret), un medico cinquantenne stimatissimo in città e di larga clientela borghese.

Colto, elegante e omosessuale, il dottor Fadigati riesce a nascondere il suo orientamento sessuale fino a quando l’improvvisa passione per il giovane Eraldo (Nicola Farron), dal comportamento spregiudicato e provocatorio, non lo induce a vivere apertamente il suo rapporto, suscitando l’indignazione della ’Ferrara bene’ che l’irriducibile signora Lavezzoli (Stefania Sandrelli) mobilita contro di lui ergendosi a difesa della morale della comunità. Ad una persecuzione diversa, poi, va incontro Davide (Rupert Everett), ebreo alla vigilia della guerra e delle discriminazioni razziali del 1938. Davide ama la giovane Nora (Valeria Golino), anche lei ebrea ma incapace di reagire con coraggio alla paura. Tra il dottor Fadigati e Davide, entrambi vittime di due diverse e crudeli persecuzioni, si stabisce una solidarietà che diventa amicizia quando il giovane amante Eraldo lo lascia dopo averlo derubato e picchiato durante una festa alla quale partecipa la migliore società ferrarese. Due vite, quelle del dottor Fadigati e di Davide, che subiranno destini diversi sullo sfondo di Ferrara, set principale insieme alla Jugoslavia. Un film il cui fascino sta nella narrazione dall’atmosfera un po’ rarefatta, nell’accenno discreto all’omosessualità del protagonista e nell’ambiguità malinconica del personaggio, ma soprattutto nella magnificenza delle immagini che restituiscono la bellezza di Ferrara, le voci e gli echi della città.