Il Po, troppa dispersione: "Gli invasi? Li abbiamo già. La nostra rete dei canali"

Bratti (Autorità di Bacino): "Nessun preconcetto contro queste opere, ma ci vogliono anni. Il Comune di Ferrara ha chiesto un incontro, obiettivo una barriera anti-sale sul Volano" . .

Il Po, troppa dispersione: "Gli invasi? Li abbiamo già. La nostra rete dei canali"

Il Po, troppa dispersione: "Gli invasi? Li abbiamo già. La nostra rete dei canali"

La realizzazione di due invasi, uno in Val d’Enza (Reggio Emilia), l’altro nella valle di Lanzo (Torino). Una barriera contro il cuneo salino sul Po di Volano, nella nostra provincia. I progetti, ci sono. Ma non basta perché l’obiettivo – la missione – è fare presto, intervenire qui e ora mentre una massa imponente d’acqua scivola sul fiume Po per andarsi, di anno in anno, a buttare in mare.

La questione centrale, i tempi

"Certo, i tempi e i finanziamenti. Le risorse", risponde Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.

Non è che c’è magari qualche barriera ideologica?

"Nessun preconcetto ideologico, se gli invasi devono essere fatti allora si fanno. Dobbiamo renderci conto però che realizzare queste strutture, queste opere non è uno scherzo. Si parla di anni, una quindicina di anni. L’acqua invece va preservata. A partire da ora".

Tre piene successive del Po che hanno toccato livelli record. Tutte le sezioni del Grande Fiume con portate che per la prima metà di marzo sono tra le più alte degli ultimi trent’anni. I grandi laghi registrano volumi prossimi ai massimi storici. La disponibilità ’stoccata’ nel distretto tra 8 e 9 miliardi di metri cubi. E ancora piove e pioverà. Tutta acqua persa?

"La provincia di Ferrara, grazie all’opera dell’uomo, grazie alla rete di canali gestita dai consorzi rappresenta quello che si può definire un invaso naturale"

Sta dicendo che non abbiamo bisogno di scavare, di fare dighe, bacini?

"Nella nostra pianura abbiamo la possibilità di sfruttare questa rete, che però deve essere curata, la manutenzione è fondamentale. Così come le opere per preservare questa risorsa così importante. I canali sono bacini naturali, sono fondamentali per l’irrigazione"

Insomma siamo fortunati...

"Sono opere dell’uomo, sono il frutto dell’ingegneria idralica"

Bastano? Nemmeno un anno fa, nel 2022, c’era tutto un altro scenario. Il Po in secca, basso il livello dei canali, il cuneo salino che avanzava.

"Certo, in quel caso ci siamo trovati davanti una siccità record. Ma proprio in quei mesi abbiamo testato la capacità di questa rete di canali di dare una risposta. Mai è mancata l’acqua per l’irrigazione".

La sensazione è quella di navigare da un’emergenza all’altra, dalla siccità all’acqua che passa a fiumi. Opposti scenari, opposti rischi. Dal deserto dei campi all’alluvione.

"Le risposte ci sono, altre sono in arrivo. Lei parlava prima del cuneo salino. Ebbene al progetto di realizzare una barriera contro la risalita del cuneo nel delta del Po alla foce del Po di Pila, in provincia di Rovigo, si potrebbe affiancare un progetto analogo anche per il Po di Volano".

Il Po di Volano, sta parlando ormai di quello che da anni non è altro che un canalone. Verrà fatta una barriera anti-sale?

"Il Comune di Ferrara ci ha chiesto un incontro. L’obiettivo è questo. Anche se siamo per il momento agli albori, in una fase di confronto".

Insomma, quanto acqua dovrà passare sotto il ponte del Po prima di vedere progetti di stoccaggio?

"Adesso queste risorse idriche ci consentono di essere ottimisti per l’anno in corso. Occorre però non abbassare la guardia per il futuro, affrontando le criticità di questi anni in modo pragmatico e sostenibile con territori e utilizzatori"

Non è che ne sta passando troppa?

"Con il clima folle ci troviamo davanti scenari estremi. Dalla siccità del 2022 all’alluvione del 2023. Per questo è necessaria una seria programazione, progetti e risorse per realizzarli".