"Il rebus? Mi aiuta a pensare Ne ho pubblicati oltre 1.500"

Il 79enne Leonardo Marchioni, di Gavello, racconta la sua passione: "Lo consiglio ai giovani"

"Il rebus? Mi aiuta a pensare  Ne ho pubblicati oltre 1.500"

"Il rebus? Mi aiuta a pensare Ne ho pubblicati oltre 1.500"

Nome di ‘battaglia’ Marchal. Ha pubblicato nella sua vita più di 1.500 rebus sulla Settimana Enigmistica, Il Leonardo, Penombra e sulle riviste per abbonati che hanno scandito l’ultimo mezzo secolo di editoria specializzata in questo settore. Ha fatto ‘scervellare’ tutti. Ha vinto premi e tre medaglie d’oro. Alfonso Marchioni ha 79 anni, abita a Gavello, la frazione di Bondeno più lontana dal capoluogo. Eppure è proprio da qui, da un fazzoletto di terra dove ancora oggi sembra che il tempo si sia fermato, che ha inciso parole di ingegno che sono chiavi da vocabolario e hanno raggiunto il mondo. "E’ un meccanismo mentale che ti insegue. Penso ‘a rebus’ – ammette –. Forse nasce dalla passione. Osservo una qualsiasi cosa e mi appaiono frasi da creare.

Da fare intuire e scoprire. Quando ne pubblicavo molte – dice – mi venivano in mente di notte, mentre non riuscivo a dormire. Apparivano e dovevo scriverle, abbozzare e immaginare i disegni da affidare a chi le avrebbe disegnate".

Bozzetti di parole che sono oggi un faldone di pubblicazioni, raccolte, suddivise, archiviate da Marchioni ad una ad una e che farebbero invidia ad un enciclopedista. Tra chi disegnava i suoi rebus c’era Valentino Po, di Pilastri, 95 anni, che se di professione faceva il barbiere, di passione usava china e matita.

Del resto da Gavello per raggiungere Pilastri basta una pedalata di bicicletta. Guadagni? "Nulla – risponde – lo facevamo solo per avere l’abbonamento annuale gratuito dell’Enigmistica". Se Marchioni oggi è in pensione e i rebus sono sempre stati solo una passione, è stato nella vita il ‘Maestro’ in quelle scuole elementari di periferia dove l’insegnante tracciava passi di conoscenza degli studenti: ha insegnato nelle scuole elementari di Salvatonica, Scortichino, Gavello, Dosso. "Quando insegnavo ideavo per i bambini, di tanto in tanto, giochi di parole – racconta –. Si divertivano ed imparavano. Univo i rebus alla mitologia, alla storia, alla grammatica".

E ai giovani di oggi, cosa consiglierebbe? "Di provare ad ideare rebus, perchè ne guadagna il vocabolario e la conoscenza delle parole. Consiglio poi ai giovani di avere sempre un dizionario a portato di mano, di studiare i sinonimi. Quello che riesco a scrivere lo devo all’enigmistica".

Claudia Fortini