FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

’Incanti’, viaggio tra realtà e finzione: "Portiamo sul palco l’illusionismo"

Lo spettacolo stasera al ’Nuovo’. "Non siamo maghi, alterneremo grandi autori e nostre performance"

’Incanti’, viaggio tra realtà e finzione: "Portiamo sul palco l’illusionismo"

’Incanti’, viaggio tra realtà e finzione: "Portiamo sul palco l’illusionismo"

"Essere illusionista è un’esperienza tipicamente umana". Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Andrea Rizzolini, Filiberto Selvi, Piero Venesia. Sono i nomi dei più giovani e premiati illusionisti italiani under 30, che compongono il cast di ‘Incanti’, spettacolo scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo, Andrea Rizzolini, e prodotto da Officine dell’Incanto. Andrà in scena stasera al Teatro Nuovo.

Andrea Rizzolini, cos’è il mentalismo?

"È una pratica dell’illusionismo, che al posto di usare specchi, botole, doppi fondi per creare l’illusione, utilizza le parole e il linguaggio per influenzare e cambiare la percezione della realtà che ha il pubblico".

Lei è esponente italiano del neo-illuminismo. Che differenza c’è con l’illuminismo tradizionale?

"Il neo-illusionismo è un movimento di cui sono fondatore, insieme ad altri due membri del cast di ‘Incanti’, Piero Venesia e Niccolò Fontana. Stiamo scrivendo il primo manifesto: è un movimento artistico italiano che si vuole collocare in una riflessione europea sull’illusionismo tradizionale e sulla magia moderna, per ridefinire le condizioni a partire dalle quali l’illusionismo può essere un linguaggio artistico come gli altri. Noi illusionisti siamo artisti al pari di coreografi, scrittori e pittori perché con il nostro linguaggio possiamo parlare di qualcosa di profondamente umano: di essere illusi, ma anche di avere speranza".

Insomma, voi non siete maghi.

"Noi non siamo maghi e ci teniamo a sottolinearlo. Siamo illusionisti. Il mago ha a che fare con la pretesa di avere dei poteri magici, che di fatto non abbiamo. La magia moderna nasce con Jean Eugène Robert-Houdin (illusionista francese di XIX secolo ndr.), che dice che il mago è un attore che interpreta il ruolo di un mago. A noi, dei veri poteri magici, interessa poco".

Che spettacolo è Incanti?

"Pur non essendo uno spettacolo illusionista tout court, è uno spettacolo di illusionismo contemporaneo che pone la questione di cui parlavamo prima: è possibile fare teatro facendo illusionismo".

Che numeri proporrete?

"Nel nostro spettacolo alterniamo grandi testi di autori della storia del teatro, con le nostre performance, per mostrare che i vari drammaturghi citati nello spettacolo (Shakespeare, Goethe, Pirandello…) esprimono con le loro parole ciò che noi esprimiamo con le performance. Ciascuno di noi viene da un background diverso. Filippo Selvi è primo violino in numerose orchestre piemontesi e nella sua performance il protagonista è un violinista di strada che vede il suo sogno frantumarsi davanti ai propri occhi, per poi riscoprire il valore della propria musica. Abbiamo poi Dario Adiletta, legato alla danza: la sua performance è centrata intorno al tema dell’acqua. Poi abbiamo Francesco Della Bona, che viene dal cinema, e che nel suo numero ricrea dal vivo effetti cinematografici come il rallenty. Niccolò Fontana, dottore in psicologia clinica, mette in scena un dialogo con un automa sull’origine delle nostre emozioni. Piero Venesia, dal mondo del mimo, mette in scena il conflitto tra un personaggio molto preciso e una nuvola fantozziana, che gli crea tutte le sfortune immaginabili…".