L’Accademia della cucina premia i fritti della Provvidenza e saluta l’ingresso di Monti

Cena ecumenica al ristorante di corso Ercole I d’Este nel rispetto delle distanze

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’Fritti, frittate e frittelle’ è stato il tema della tradizionale cena ecumenica della delegazione ferrarese dell’Accademia italiana della cucina - istituzione culturale riconosciuta dalla Repubblica Italiana – svoltasi giovedì sera al ristorante La Provvidenza di corso Ercole I a Ferrara. Accolti dal delegato Luca Padovani, dotati di mascherina e nel rispetto del distanziamento, gli ospiti sono stati accompagnati dai ’simposiarchi’ Paolo Carcoforo e Massimo Masini alla scoperta delle origini e delle caratteristiche dei ’fritti’, minaccia per gli stomaci più deboli ma delizia assoluta del palato almeno dall’epoca degli antichi egizi. "Ma è con gli scalchi di corte, come Martino da Como e Messisbugo - ha spiegato Carcoforo – che questo piatto si affina tanto che, da allora, la tecnica di cottura è rimasta quadi invariata fino ad oggi". In tavola, i piatti forti dello storico ristorante di Giorgio Moretti - che hanno toccato l’apoteosi con il fritto misto all’italiana, anticipato dai classici passatelli in brodo, pura poesia – accompagnati da una quaterna di vini d’eccezione. Degno di nota il Rosè della Capita dell’azienda La Vigna sul Mare del ferrarese Massimo Masini, un rosato (sangiovese – shyrah – cabernet sauvignon) prodotto a Capalbio affinato in bottiglia sui propri lieviti per almeno 47 mesi. A fine serata, è stato festeggiato l’ingresso fra gli accademici dell’imprenditore Alberto Monti, le cui lodi sono state tessute da Marco Nonato e Giorgio Piacentini: "E’ tra i più fini conoscitori dell’arte culinaria".