"La conoscenza è il vaccino più potente"

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di Michele Campanaro (*)

La città di Ferrara dedica da sempre alla memoria della Shoah grande attenzione e partecipazione e anche quest’anno, nonostante la pandemia che sta sconvolgendo il mondo, siamo qui a ricordare lo sterminio degli ebrei e di tutti coloro che furono perseguitati dai nazisti. All’interno del Comitato provinciale che ho l’onore di presiedere, abbiamo deciso di dedicare le iniziative di quest’anno alle giovani generazioni, colpite profondamente insieme con gli anziani dalla pandemia. Ai giovani la senatrice a vita Liliana Segre (foto) ha passato il testimone di custodi della memoria. Raccogliamolo tutti insieme, giovani e meno giovani, istituzioni e cittadini, questo testimone così importante e prezioso, impegniamoci a far prevalere l’umanità su tutto e rifiutiamo ogni forma di odio. Non dobbiamo dimenticare l’abisso che si è spalancato sotto l’umanità intera quando la diversità, la tolleranza, l’accettazione, il dialogo furono oscurati dalla nebbia dell’ideologia e dell’odio razziale, esaltati da una potente, quanto becera macchina della propaganda, messa in moto a tutti i livelli per fabbricare minacce improbabili e nemici inesistenti. In Italia, alleata della Germania in guerra e in questo folle e perverso disegno, la vergogna delle leggi razziali ha negato agli ebrei il diritto all’istruzione, al lavoro, alla proprietà, alla casa, alla cittadinanza. Ha portato a negare gli affetti, separando e distruggendo intere famiglie.

Non possiamo consegnare oggi, nelle mani dei loro familiari, le medaglie d’onore che il Presidente della Repubblica ha concesso quest’anno a dieci cittadini di Argenta, Bondeno, Cento, Ferrara e Tresignana: Aldo Andalò, Francesco Calzolari, Aldo Camaggi, Giacomo Cremonini, Eros Faraguti, Renato Donato Logli, Mauro Masciarelli, Amilcare Ricci, Amedeo Scaramagli e Mario Zarattini, militari e civili, che furono internati nei lager nazisti e destinati al lavoro forzato. Non possiamo farlo a causa della pandemia, ma lo faremo presto, ne sono convinto.

oloro che non credono alla Shoah, viene ora utilizzato anche per chi nega la pericolosità del Covid-19 e l’esistenza di una pandemia mondiale, disconoscendo persino il numero dei morti e degli ospedalizzati.

Il mio sommesso invito è di rispondere con la conoscenza, nella consapevolezza che informarsi e sapere può essere anche doloroso e angosciante. Andiamo ad Auschwitz e a Birkenau, seguiamo la ferrovia che passa sotto l’arco dell’entrata, fermiamoci dove cominciavano le baracche infinite, alle spalle le rovine delle camere a gas, con la mente trafitta da un unico pensiero: questo è l’inferno.

Non-sapere può essere consolante, negare e rifiutare è comodo. I negazionisti negano per non entrare in crisi e per proteggersi dalla verità.

(*) Prefetto di Ferrara