La maggioranza al prefetto: "Reintegrare Arquà? Un rischio"

I consiglieri scrivono ad Argentieri: "Rossella ha commesso atti intimidatori, lederebbe il Consiglio"

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di Federico Di Bisceglie

"Un’eventuale reintegrazione dell’autrice degli atti intimidatori nell’aula consiliare provocherebbe un grave danno e metterebbe a serio rischio lo svolgimento sereno e ordinato dei lavori all’interno del consiglio e delle sue articolazioni". A pochi giorni dalla lettera della minoranza, arriva la controreplica della maggioranza sull’affaire Arquà. Tutti i gruppi che sostengono la Giunta, assieme al Movimento 5 Stelle (che ha sottoscritto anche la lettera della minoranza in uno strano caos identitario), si sono rivolti direttamente al prefetto, Rinaldo Argentieri. "Ci sembra assurdo – scrivono i consiglieri di Lega, Fd’I, FI, Ferrara Cambia, Ferrara Nostra, Prima Ferrara e M5S – dover reintegrare nel più importante consesso elettivo democratico, chi ha dichiaratamente commesso ’atti intimidatori’ nei confronti di un amministratore locale". Ovviamente, la freccia all’arco della maggioranza è l’avviso di chiusura indagini che la Procura della Repubblica ha notificato alla consigliera. "La reintegrazione di Rossella Arquà – si legge ancora nel documento – genererebbe una situazione paradossale sul prestigio dell’istituzione che rappresentiamo e sull’ordinato e sereno svolgersi dei lavori all’interno del consesso elettivo e delle sue articolazioni". Il ’capitolo’ minacce, nella lettera che gli esponenti hanno mandato al rappresentante di Chigi sul territorio, la fa da padrone. "Non possiamo pensare – prosegue la missiva – di sedere accanto a una persona che ha dichiaratamente inviato tali lettere minatore a una amministratore locale, con un comportamento oltreché penalmente rilevante anche indegno per chi intende ricoprire l’ufficio di consigliere comunale".

Il doppio binario. "Riteniamo – scrivono ancora – che le gravi minacce rivolte dall’aspirante consigliere comunale al vicesindaco Nicola Lodi, non possano essere del tutto irrilevanti ai fini dell’esecuzione della sentenza del giudice amministrativo che, in punta di diritto, ritiene invalide le dimissioni del consigliere comunale per violazione delle mere modalità procedimentali". Insomma la vicenda della consigliera dimissionaria, poi reintegrata dal Consiglio di Stato, si sta trasformando in una sfida all’Ok Corral. Ora si tratta di capire in che termini risponderà il rappresentante del governo. Anche perché, dal sette novembre scorso il Consiglio Comunale non è più stato convocato e, per quanto ne sappiamo, non c’è ancora una convocazione. Eppure, entro la fine dell’anno, dovranno pure riunirsi. Senza contare la partita dei ’surrogati’. Possiamo dire con certezza che la prossima riunione del Consiglio, sarà piuttosto movimentata.