Le Iene, Alice ora può camminare grazie a un'anonima benefattrice

La storia della 17enne di Ambrogio: in carrozzina dalla nascita, ha ricevuto in dono un esoscheletro da 150mila euro grazie alle Iene

Alice Leccioli dalle Iene

Alice Leccioli dalle Iene

Ferrara, 29 marzo 2019 - Alice Leccioli, 17 anni, ha conquistato le prime pagine. La ragazzina di Ambrogio, ha ottenuto in dono, da una benefattrice anonima, un ‘esoscheletro’ (uno speciale computer che agevola la deambulazione di chi non può camminare). Un’apparecchiatura da oltre 150mila euro, che Alice ha potuto provare grazie all’interessamento della Iena Matteo Viviani, che in televisione ha raccontato la sua storia. «Il suo sorriso ha acceso una luce», racconta Viviani. Nei giorni scorsi, dopo la prima puntata, la sorpresa: la troupe ha portato ad Ambrogio l’esoscheletro, sorprendendo i genitori di Alice, Mirco e Anna, poi accogliendo la ragazzina in diretta. Nei prossimi giorni Mirco Leccioli accompagnerà la figlia nella clinica lombarda dove sarà spiegato loro l’utilizzo del sofisticato apparecchio (prodotto dalla Emac), che tarando la forza della persona, la muscolatura, la lunghezza del passo, riuscirà a farle percorrere tratti di cammino in autonomia. Alice è in carrozzina dalla nascita, frequenta il Liceo Sociale Carducci e racconta la grande emozione: «Sono giorni che rido e piango, con tutti. Con me stessa, con Matteo, con i miei grandi angeli, mamma e papà».

Alice Leccioli dopo aver ricevuto il dono
Alice Leccioli dopo aver ricevuto il dono

«Perché proprio io? Una fortuna così grande poteva capitare a qualunque altra persona con le mie stesse difficoltà». Alice guarda il grande scatolone che contiene Felicità, come ha ribattezzato l’esoscheletro grazie al quale, fra poche settimane, potrà iniziare, stabilmente, a muovere i primi passi.

Lo hai già sperimentato, a Villa Beretta di Lecco e poi in tv; le telecamere hanno catturato la tua gioia. «Gioia? Non solo: sorpresa, stupore, emozione infinita. Riuscivo a fare una cosa che non avrei mai immaginare, cioè stare in piedi sulle mie gambe. Poi per quel dono, incredibile, da parte di una persona sconosciuta che, vedendo la mia storia, ha pensato di regalarmelo».

Un dono costosissimo, molto più di un gioiello o di un’auto di lusso. «Perciò continuo a chiedermi ‘perchè io?’, guardo la scatola e mi chiedo se non svanirà, come nella favola di Cenerentola. Io sono una ragazza semplice, che ama scrivere, leggere, sognare e, anche se sembra strano per una diciassettenne, adoro studiare. Non vivo di false speranze, consapevole dei miei limiti. Ma adesso quella cosa là (Alice ride, ndr) mi rende euforica e, se posso dirlo, completa».

Tutto è nato quasi per scherzo: una chiacchierata con papà Mirco, lui che scrive alle Iene, il primo servizio in tv, il test nella clinica di Lecco, poi la sorpresa. «Mi sento un po’ travolta, stupefatta da tanta bontà. Non riesco a immaginare che da un desiderio che sembrava folle per chi dalla nascita è costretto sulla carrozzina, potesse muoversi una cosa del genere. In fondo mi sarebbe bastata anche solo la prima prova, e adesso invece mi ritrovo a diventare la cavia di me stessa...».

In che senso? «Presto, con mio padre, effettuerò il corso per utilizzare al meglio l’apparecchiatura, so che non è la soluzione definitiva dei miei problemi ma io, e lo dico seriamente, sin da piccola sto con i piedi per terra. Pensavo che non avrei mai provato la sensazione di camminare, e mi è successo; ora mi applicherò, sperando che presto una fortuna simile, e anche maggiore, possa toccare a bambini piccoli, a persone anche meno fortunate di me. La mia autostima adesso pompa forte, ma credimi, vorrei non essere la sola».

Non tutti, ahimè, troveranno un donatore altrettanto generoso di quello che hai conquistato con il tuo sorriso. «Lo so, ma spero che la ricerca, che magari anche io potrò contribuire ad accelerare, riesca a rendere più disponibili questi ausili, ora così sofisticati, e non vendibili ai privati».

Studi al Liceo Carducci: cosa dicono i tuoi compagni? «Vivono questa storia con il mio stesso trasporto; ho una classe di amiche, con un solo maschio, poverino, sono la mia seconda famiglia. L’altra sera, mentre ero in tv, in diretta, mi tempestavano su whattsapp facendo il tifo!».

Muovere i primi passi, immaginando di essere un po’ più autonoma, è stato il tuo grande sogno. Adesso, come Alice in questo Paese delle Meraviglie, ne hai altri, anche più piccoli? «Piccoli no, io sono un po’ matta, penso solo in grande. Vorrei conoscere Ultimo, il cantante che adoro, viaggiare, e poi scrivere, magari fare la giornalista. A proposito, dici che è più difficile che avere un esoscheletro?»