Ferrara, Mario Botti. "Non mi vergogno, sono hitleriano"

Post provocatorio su Facebook di un impiegato cinquantacinquenne della Provincia: "Non voglio sterminare nessuno, ma che si faccia giustizia"

Mario Botti, 55 anni, lavora come impiegato per la Provincia

Mario Botti, 55 anni, lavora come impiegato per la Provincia

Ferrara, 21 luglio 2018 - Sul proprio profilo Facebook, dove molti mettono la professione, un proverbio o una citazione, ha scritto «Un hitleriano». Nell’intervista al Resto del Carlino, Mario ‘Nitro’ Botti, impiegato in Provincia (ha lavorato per anni alla portineria del Castello), confessa candidamente di non pentirsi della scritta, che ritiene una provocazione ma che, aggiunge, si lega alla convinzione che il male vada estirpato. «Sono sempre stato di destra – racconta –, ma quando ho visto i casi più efferati di cronaca, ho capito che c’è bisogno di andare oltre, di applicare la giustizia». Di sè, tuttavia, Botti parla come di una persona pacifica, lontana anni luce dalla violenza: «Però a chi fa del male vorrei fosse riservato lo stesso trattamento».

 

Camicia jeans, maglietta grigia, niente svastiche. Mario Botti, 55 anni, ha la barbetta incolta, e all’iconografia classica dei capelli rasati sostituisce un ciuffo. Ma sul proprio profilo Facebook (privato ma aperto, e dunque visibile da chiunque), la scritta è eloquente: «Un Hitleriano».

Come biglietto da visita, mi scusi, non c’è male.

«Non mi vergogno e non mi nascondo, anche se lavoro per la Provincia (Botti è in servizio presso la sede dei Lavori Pubblici in corso Isonzo, ndr): non faccio del male a nessuno, non predico lo sterminio ma mi sono rotto le scatole di un sistema nel quale chi delinque la fa franca. Perciò la prenda come una provocazione: sì, sono hitleriano».

Provocazione o meno, lo sa quale immagine evoca questa espressione?

«Sono sempre stato di destra, ma non voglio sterminare né ebrei, né zingari e neppure negri (testuale, ndr). Anche se con questi qualche problema l’ho avuto, una sera proprio qui vicino sono stato circondato da quattro spacciatori che mi volevano menare, ho reagito e li ho messi in fuga».

Volevano picchiarla per questioni di droga?

«No, passando li avevo apostrofati, perché sono stanco di vederli in giro per il quartiere. Non se ne può più».

Non basta la legge, serve Hitler o chi per lui?

«Quando penso al caso di Pamela, o all’altra ragazzina, Jessica, uccisa brutalmente, sento che non si può più stare con le mani in mano. Io sono un tipo tranquillo, ma credo che vada fatta pulizia delle mele marce. E a chi fa del male, ecco, io farei del male. Anche quella sera, con gli spacciatori, se avessi avuto una pistola forse avrei sparato».

Nei suoi post su Facebook usa un linguaggio non proprio politicamente corretto.

«Lasci stare Facebook, sono più le volte che mi sbattono fuori di quelle che resto dentro. Ho due profili proprio per quello, mi capita di dire qualche parolaccia».

Parolaccia? Parla di impiccagione, augura morti più o meno cruente, se la prende con mezzo mondo politico.

«Sono provocazioni, le ho detto. E comunque io voglio punire chi non punisce, è più forte di me. Quando leggo di delinquenti che entrano nelle case e picchiano gli anziani, mi va il sangue alla testa, giuro che vorrei fosse fatta loro la stessa cosa. Ma le ripeto, personalmente non sono un violento, non ho mai messo le mani addosso a nessuno».

Un hitleriano moderato, vien da dire.

«Non esageriamo con la moderazione: c’è bisogno di far rispettare le leggi e anche di inasprirle. Mi creda, se certe cose succedessero in Russia, Putin risolverebbe tutto in quattro e quattr’otto, e sa bene come».

Si decida: Hitler o Putin?

«Va bene chiunque risolva lo scempio, il degrado in cui temo si stia avviando anche Ferrara. Se non è così, me lo si dica e me ne vado dall’Italia».