Massacrata in casa, il compagno: "Non ho ucciso io Rossella"

Dopo un lungo interrogatorio, Doriano Saveri, artigiano di 45 anni, è stato sottoposto a fermo . Gli inquirenti manifestano dubbi: "Ci sono lacune e contraddizioni nel suo racconto"

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Per un giorno intero è rimasto fermo sulle sue posizioni. "Non l’ho uccisa io" ha continuato a ribadire ai carabinieri e al sostituto procuratore Stefano Longhi, che lo hanno interrogato fino a notte fonda. Alla fine, però, gli inquirenti non hanno creduto alla sua ricostruzione dei fatti. Alle quattro della notte tra ieri e lunedì, Doriano Saveri, artigiano edile di 45 anni originario del Bolognese, è uscito dal comando provinciale dei carabinieri in stato di fermo. L’accusa è pesantissima: aver ucciso Rossella Placati, 51 anni, che lavorava a Mirandola, sua compagna e convivente. Il corpo senza vita della donna, lo ricordiamo, è stato ritrovato lunedì mattina nella sua abitazione alla periferia di Bondeno, in via Borgo San Giovanni. Rossella era riversa nel bagno dell’abitazione con la testa fracassata da un corpo contudente (al momento non trovato). A dare l’allarme è stato lo stesso compagno che, intorno alle 8.45, si è presentato alla caserma dei carabinieri di Bondeno. Ai militari avrebbe detto di aver trovato la compagna incosciente e con la testa sanguinante. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, per Rossella non c’era ormai più nulla da fare.

I carabinieri del Nucleo investigativo e i colleghi della compagnia di Cento, coordinati dal pm Longhi, hanno avviato l’attività di indagine: da un lato sono stati effettuati tutti i rilievi sul luogo del delitto e, in contemporanea, è stata ascoltata una serie di persone. Tra questi anche il compagno, ascoltato in due momenti a partire dalle 16 e fino alle 22. L’uomo, assistito dall’avvocato Sergio Pellizzola, ha fornito una sua ricostruzione di quanto accaduto, fornendo una serie di elementi sulle ultime ore prima del ritrovamento del corpo. Un racconto che però, almeno in parte, non collimava con quanto riscontrato dagli investigatori. In particolare gli inquirenti parlano di una versione dei fatti "contraddittoria e lacunosa", a cui si sarebbero contrapposti una serie di "gravi indizi di reato a suo carico". Da qui la decisione del pubblico ministero di emettere un decreto di fermo di indiziato di delitto. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri alle 4 di ieri, quando Saveri è stato accompagnato in carcere dove rimarrà in attesa dei prossimi passi. Primo tra tutti, l’udienza di convalida davanti al gip, che nel giro di alcuni giorni sarà chiamato a esprimersi sul fermo. Nel frattempo, però, le indagini degli uomini dell’Arma continuano, con lo scopo dichiarire i tanti punti ancora oscuri del fatto di sangue che ha sconvolto Bondeno. A partire da cosa sia esattamente accaduto nella casa di tre piani al borgo di San Giovanni.

Federico Malavasi