Migranti, calano gli arrivi a Ferrara. E l’Asp restituisce fondi alla prefettura

Per la gestione minore spesa di 502mila euro. Il bilancio 2017 chiuso in avanzo di 250mila euro

Sbarchi di migranti (archivio)

Sbarchi di migranti (archivio)

Ferrara, 20 luglio 2018 - L’Asp non fa la ‘cresta’ (né del resto potrebbe) sull’emergenza migranti. Dal rendiconto dell’Azienda Servizi alla Persona, che ieri ha presentato il bilancio in Commissione, emerge che nel 2017 la spesa per l’accoglienza dei richiedenti asilo è stata di 13 milioni e 178mila euro. Tanto preso (dallo Stato), tanto speso. Anzi no, perché a consuntivo sono stati restituiti oltre 502mila euro alla Prefettura, per effetto soprattutto di un calo degli sbarchi. Calo che, nel 2018, ha iniziato a farsi consistente soprattutto da marzo, quando gli arrivi hanno iniziato a scendere, attestandosi oggi significativamente sotto quota mille.

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Ma nella relazione tenuta ai commissari dalla presidente Angela Alvisi, dalla direttrice Federica Rollo e dall’assessore Chiara Sapigni, emergono altri dettagli. Non solo di carattere economico. Tra le 1132 persone accolte al 31 dicembre 2017, il principale paese di provenienza è la Nigeria (401 migranti), seguita da Bangladesh (102), Gambia (97), Costa d’Avorio (97), Pakistan (78), Guinea (63) e Senegal. L’80,74% è rappresentato da uomini, la fascia d’età prevalente quella tra 22 e 29 anni (gli over 30 sono meno del 20% del totale); significativo il dato sul livello di istruzione. Tra i rifugiati accolti a Ferrara, il 41% ha frequentato la scuola secondaria, il 32% la primaria, gli analfabeti sono il 18%, e c’è anche un 2% di laureati.

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Ma non di soli migranti è composto, ovviamente, il bilancio dell’azienda di via Ripagrande. Anzi, la missione prevalente è rappresentata dai servizi socio assistenziali, dalla gestione della casa di riposo comunale e dalle attività a tutela di minori e anziani. Il rendiconto 2017 evidenzia un saldo positivo di 252mila euro, frutto soprattutto «dei maggiori ricavi del Fondo per la non autosufficienza – spiega la Alvisi –, degli accantonamenti pur non cospicui come nel 2016 e, sul versante dei costi, anche della ricontrattazione dei mutui». Tra gli elementi negativi, invece, la riduzione di risorse erogate dal Comune (scese da 7,8 a 7,5 milioni di euro), l’aumento dei costi per la manutenzione e l’aggiornamento dei contratti, dopo anni di inapplicazione. «Il bilancio è stato messo in sicurezza – affermano presidente e direttore –, sono stati azzerati i crediti inesigibili e, sul fronte del personale, sono stati sostituiti gli interinali con personale a contratto». Resta, sullo sfondo, il pesante debito (1 milione e 600mila euro) ereditato dalle passate gestione, ma che anche l’avanzo 2017 servirà a ridurre; l’inversione di tendenza è comunque netta, visto che solo nel 2014 il bilancio, ora per così dire in attivo, era in ‘rosso’ per un milione e 400mila euro.