Migranti Ferrara, niente sospensione per i controllori

Il giudice ha respinto le richieste di misura cautelare per i due interinali di Asp e per il funzionario della prefettura accusati di abuso d’ufficio

Uno scatto che ritrae tre finanzieri durante un'inchiesta (archivio)

Uno scatto che ritrae tre finanzieri durante un'inchiesta (archivio)

Ferrara, 19 novembre 2019 – Il funzionario della prefettura e i due interinali dell’Asp finiti sotto inchiesta per abuso d’ufficio non devono essere sospesi dal servizio. È la decisione del gip Silvia Marini, arrivata a una settimana esatta dagli interrogatori sulla base dei quali il tribunale doveva decidere se concedere o meno la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio chiesta dalla procura. Le accuse formulate dal sostituto procuratore Andrea Maggioni parlano di controlli ‘soft’ nei confronti di una delle cooperative che gestiva Centri di accoglienza straordinaria (Cas) nell’ambito dell’emergenza migranti.

Nel dettaglio, gli inquirenti contestano verifiche svolte in maniera non adeguata, con ispezioni annunciate telefonicamente il giorno precedente all’arrivo dei ‘controllori’ e suggerimenti su come modificare i documenti relativi alle presenze. Da qui la richiesta di misura cautelare avanzata dal pm e bocciata dal tribunale. Nel respingere l’istanza, Marini entra nel dettaglio di ogni singola contestazione a partire dalla presunta violazione del «buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione». Secondo il giudice non emergerebbero violazioni evidenti di queste norme. Per quanto riguarda le ispezioni annunciate in anticipo, è emerso che si trattava non di una iniziativa autonoma degli indagati ma di una decisione presa a un tavolo tecnico tenuto in prefettura.

Il preavviso, a quanto trapela, aveva lo scopo di garantire la presenza dei responsabili del Cas e di fare in modo che l’ispezione andasse a buon fine. Un sistema che, spiega il giudice, è stato applicato a tutti i gestori di centri di accoglienza e del quale non possono rispondere due lavoratori interinali. Questi ultimi, infatti, mettono in pratica le indicazioni degli organismi coinvolti nel servizio, emesse sulla base di scelte «non sindacabili in questa sede». Nel complesso, quindi, non ci sarebbe prova di azioni commesse in cattiva fede, anche alla luce dell’uguale trattamento riservato a tutte le cooperative.

Quanto all’accusa di aver suggerito ritocchi ai registri delle presenze, nemmeno qui il gip riscontra elementi tali da far pensare che si sia agito con l’obiettivo di coprire un illecito, soprattutto tenendo conto del «contesto emergenziale» nel quale gli indagati si trovavano ad operare.

Soddisfatti della decisione del gip i difensori dei tre indagati. «Il provvedimento parla da sé – osserva laconico l’avvocato Fabio Anselmo, difensore del funzionario della prefettura –. Tanto rumore per nulla». In scia l’avvocato Riccardo Venturi, difensore di uno dei due interinali. «L’ordinanza del gip – commenta – mette in luce comportamenti compatibili con una lettura di buona fede, in un operato che deriva da un’impostazione superiore rispetto a quella degli interinali». L’avvocato Carmelo Marcello, difensore del secondo interinale di Asp, invita il Comune a «prendere atto della decisione del giudice e a non avviare l’annunciato procedimento finalizzato alla sospensione dall’attività lavorativa, che ora non avrebbe alcun senso». Nel complesso, Marcello esprime soddisfazione perché, «nel massimo rispetto di chi ha fatto le indagini, la versione del mio assistito ha consentito di chiarire ogni aspetto della vicenda».