Mirabello, addio alla storica kermesse. La Festa tricolore sbarca in città

Il 2 settembre l’evento organizzato da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni. Dopo 36 anni la tradizione si interrompe

Il fondatore Vittorio Lodi, assieme a Gianfranco Fini nel 2014 (Foto Businespress)

Il fondatore Vittorio Lodi, assieme a Gianfranco Fini nel 2014 (Foto Businespress)

Mirabello, 20 agosto 2018 - Era di un solo giorno anche nel 1981, la Festa Tricolore. Una freccia, anzi una fiamma (quella dell’allora Msi), incuneata nel cuore di una provincia all’epoca dominata dal Pci. Ma per il fondatore, Vittorio Lodi, più che di una provocazione, si era trattato di un’intuizione politica destinata a dar presto vita a un fenomeno singolare. Assieme, e più che a Fiuggi (altra sede di una popolare festa della destra), la kermesse di Mirabello si è trasformata negli anni nel punto di snodo della politica: organizzata nella prima settimana di settembre, proprio alla fine delle allora lunghissime ferie dei parlamentari, rappresentava un appuntamento fondamentale non solo per l’Msi e poi per Alleanza Nazionale e Pdl, ma anche per gli alleati e gli stessi rivali del centrosinistra.

Non si contano, i confronti passati alla storia: un dibattito con l’allora ministro Pds Pierluigi Bersani, intirizzito dall’area pungente di una serata di pioggia, cui venne offerto un gilet con il logo delle Frecce Tricolori. O lo scontro dialettico, vivacissimo, tra l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa e il ferrarese Dario Franceschini, all’epoca deputato del Ppi. In una fase concitata del confronto, La Russa diede un pugno sul tavolo, mandando in mille pezzi i propri occhiali. Mille e mille aneddoti, con l’iniziale ostracismo dell’amministrazione Pci di Mirabello, trasformato in rapporto di buona ospitalità anche in forza delle presenze catalizzate dalla manifestazione, orgoglio anche della ‘destra gastronomica’. Ai cappelletti e cappellacci che inducevano in tentazione anche socialisti e rifondatori, si aggiungeva l’arma segreta di mamma Lodi: un tiramisù (arricchito di ingredienti rimasti segreti) che era la molla su cui il figlio poteva far leva per avere, ogni anno, Gianfranco Fini a concludere la festa.

Proprio con Fini, la Festa Tricolore ha compiuto nel 2010 la svolta epocale: lo strappo con Silvio Berlusconi, la nascita di ‘Futuro e Libertà’ in spregio all’alleanza con Forza Italia, la love story con la bionda Elisabetta Tulliani, avevano reso quell’edizione un evento mediatico di rilievo sovranazionale. Dirette tv di Sky e La7, inviati da tutti i maggiori quotidiani, un bagno di folla tale da costringere Lodi anche ad affittare alcuni appezzamenti di terreno per parcheggiare auto e pullman. Poi, via via, il declino. Le traversie di Fini, rapporti personali lacerati con Alberto Balboni (appena rieletto in Senato con Fratelli d’Italia), la scomparsa prematura di Enrico Brandani, altro pilastro della festa, hanno accompagnato la festa di Mirabello verso una serena quiescenza. Le ultime edizioni, con dibattiti di minore spessore, si sono svolte nell’azienda agricola del fondatore. Mamma Lodi se n’è andata, portando con sè i segreti del tiramisù. E da quest’anno, per la prima volta dal 1981, Mirabello (inglobata in Terre del Reno) a settembre resterà deserta.