Molestie, oltre quaranta segnalazioni in un anno Tanti anche i soprusi avvenuti sul posto di lavoro

Una quarantina di segnalazioni di molestie all’anno, con aggressioni sia verbali sia psicologiche. Considerando che si tratta dello sportello di un sindacato, la Cisl in questo caso, e che lo stesso punto d’ascolto sarebbe nato in realtà per raccogliere situazioni di problemi legati allo stress da lavoro, il dato è indicativo: il fenomeno della violenza sulle donne, sia tra le mura domestiche che in ufficio, non accenna a placarsi. E dalla stessa sigla ci si domanda: "Fino a quando ci sarà bisogno di un 25 novembre?". Di una giornata cioè, quella di oggi, in cui si griderà a voce alta la volontà di agire concretamente contro questi abusi. Anche il sindacato di corso Piave parteciperà al momento di riflessione con tre diverse iniziative: "Sui social – ha spiegato Maria Claudia Canella, coordinatrice Donne Cisl – rilanceremo il video ‘Come eri vestita?’. Si tratta di sette storie di donne che hanno subito violenza, in cui il messaggio è quello secondo cui l’abbigliamento della vittima non può essere una giustificazione. Parallelamente, la federazione pensionati di Ferrara ha predisposto l’allestimento di una panchina rossa davanti alla sede: vogliamo richiamare l’attenzione sul tema, affinché l’indifferenza non la faccia da padrona".

Infine, la Cisl proporrà un video ad hoc ai docenti iscritti alla sigla, nel quale vengono forniti alcuni spunti circa la gestione dei conflitti tra ragazzi. Ma qui si ritorna, di fatto, alla domanda di partenza: fino a quando tutto ciò sarà necessario? A rispondere, senza giri di parole, è stata Bruna Barberis, che ha affermato come "finché ci sarà necessità di creare un hashtag o aprire un sito internet dedicato, significa che la società ha fallito". Lo sportello della Cisl, dal 2016 a oggi, ha accolto circa 200 segnalazioni: l’85% ha poi avuto un seguito, con un percorso di supporto legale o psicologico. A denunciare episodi di violenza, in casa o sul posto di lavoro, sono state nel 73% dei casi le donne, in particolare della fascia compresa tra i 45 e i 54 anni (seguite da quelle 55-64 anni). La principale forma di aggressione è quella verbale, ma ciò non significa che quella fisica non esista: spesso, infatti, quest’ultima è tristemente accettata.

Matteo Langone