"Nati negli anni ’50 . Generazione cresciuta tra Carosello e Kessler"

’La mia vita raccontata male’, Bisio va in scena al teatro Abbado. Si potrà partecipare all’incontro con la compagnia al Ridotto.

"Nati negli anni ’50 . Generazione cresciuta tra Carosello e Kessler"

"Nati negli anni ’50 . Generazione cresciuta tra Carosello e Kessler"

Utilizzare un’opera come fosse un filtro collettivo. È un po’ il senso della macchina teatrale, quello di ricavare un modello universale dall’esperienza di un singolo, o dalla sua arte. Ed è un po’ quello che è stato fatto con lo spettacolo che porterà Claudio Bisio a Ferrara, ‘La mia vita raccontata male’: andrà in scena al teatro Abbado da domani a domenica 28 aprile (venerdì e sabato 20.30, domenica ore 16), con la possibilità di partecipare all’incontro con la compagnia al Ridotto, sabato 27 alle 18.

"Un po’ romanzo di formazione – recita la sinossi –, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, ‘La mia vita raccontata male’ ci segnala che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali". Il punto di partenza dello spettacolo è l’enorme e variegata opera letteraria di Francesco Piccolo, ma a differenza di quanto si possa dedurre dal titolo, non vi è intento autobiografico. Anzi, l’immagine che se ne ricava – come anticipato in apertura – è piuttosto collettiva. "La storia si basa sul libro ‘Il desiderio di essere come tutti’ – spiega Bisio –. Alla fine, lo spettacolo è il tentativo di attraversare la vita di una persona che assomiglia a me e a Francesco Piccolo, ma in realtà anche a molti altri, a iniziare dal regista Giorgio Gallione. È la storia di una generazione, quella nata tra gli anni Cinquanta e Sessanta, cresciuta guardando Carosello e le Kessler, quella che ricorda il Muro di Berlino e i Mondiali di calcio del ’74". Semplice nostalgia? Può esserci anche questo. D’altronde sembra che il vero punto di partenza sia proprio l’uomo. E cosa c’è di più umano, di più spontaneo della nostalgia? Un altro aspetto che può incuriosire è il titolo.

Bisio lo giustifica parlando di un "omaggio che facciamo a un amico, Gipi, che ha intitolato una sua graphic novel ‘La mia vita disegnata male’, un titolo che sia a me che a Giorgio Gallione è sempre piaciuto". Perché sia "raccontata male", è presto detto: "non seguiamo una cronologia rigorosa – chiarisce l’attore – andiamo avanti e indietro nel tempo, anche se si parte con ricordi dell’infanzia e si arriva sino alle problematiche della vita adulta, facendo emergere un percorso come in una sorta di grande puzzle. E poi "male" perché non raccontiamo solo le cose belle della vita, ma anche episodi negativi, sentimenti e fatti politicamente scorretti, non edulcoriamo niente. Ma Piccolo in questo senso è un maestro e noi lo seguiamo, e ovviamente speriamo di raccontare bene le sue storie". La prima fidanzata, le gemelle Kessler, i mondiali, la politica, la paternità scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier…lo spettacolo è un mosaico di riferimenti, cuciti dalla voce di Claudio Bisio, ma anche da due musicisti di eccezione, Marco Bianchi e Pietro Guarracino.