MARIO BOVENZI
Cronaca

Ombre di vendetta. Nuovo raid nella notte. Nel mirino finisce un ristorante cinese

Distrutta una vetrata di Li Xia, locale che si affaccia in via Garibaldi. E’ la seconda volta in pochi giorni, la preoccupazione della titolare. "Alcuni testimoni hanno visto dove sono andati, devono arrestarli".

Distrutta una vetrata di Li Xia, locale che si affaccia in via Garibaldi. E’ la seconda volta in pochi giorni, la preoccupazione della titolare. "Alcuni testimoni hanno visto dove sono andati, devono arrestarli".

Distrutta una vetrata di Li Xia, locale che si affaccia in via Garibaldi. E’ la seconda volta in pochi giorni, la preoccupazione della titolare. "Alcuni testimoni hanno visto dove sono andati, devono arrestarli".

Gianluca Spezio, studente, iscritto alla facoltà di Lettere, stava fumando una sigaretta. Era affacciato alla finestra, via Garibaldi, nell’appartamento a fianco all’agenzia immobiliare. Era mezzanotte, minuto più, minuto meno. "Ho visto un ragazzo, il cappuccio in testa, il volto coperto. Andava avanti e indietro lungo la strada. Un atteggiamento sospetto. Non ho fatto in tempo a chiamare gli altri studenti che condividono con me l’appartamento quando ho sentito un boato". Era la vetrata del ristorante cinese Li Xia che si affaccia in via Garibaldi, l’ingresso in piazza Sacrati. Per terra i sassi, grandi come pugni. Nel vetro una ragnatela di crepe. "Il ragazzo che ho visto faceva da palo, l’altro è apparso all’improvviso da una laterale e ha lanciato i sassi. E’ chiaro che non si tratta di balordi", racconta lo studente, lo zaino con i libri, al suo fianco un ’collega’ di studi Gabriel Lobosco. Come Lolita, Lolita Lobosco, vice questore nell’immaginario di una serie tv.

Vanno in facoltà. E’ mattina, sono trascorse alcune ore da quello che è un assalto studiato in tutti i dettagli. Un palo, il complice, i volti coperti, pietre come proiettili. Sono trascorse alcune ore ma Lihong Xia, 54 anni, la titolare, intervalla parole dense di rabbia e bocconi mentre pranza con il personale prima di aprire ai clienti. Rabbia che si somma a rabbia. E’ questo il secondo assalto nell’arco di pochi giorni. Il 21 dicembre, episodio fotocopia. L’unica differenza riguarda le munizioni. "In dicembre, sempre la notte, avevano una mazza di ferro. Il danno? Il primo raid ci è costato 2.200 euro. L’assicurazione ha comunque coperto una parte della cifra. Le sassate dell’altra notte le stiamo pagando ancora più care. Si parla di 2.100 euro ma l’assicurazione non ne vuole sapere di pagare".

Un obiettivo troppo esposto, un po’ come le Golf. A Napoli andavano a ruba, piatto forte dei ladri. E’ così le assicurazioni dissero basta. Il rischio non valeva più la candela. "Perché ce l’hanno con me? Non ne ho idea, non abbiamo nemici". Una certezza però ce l’ha. "Nel mio paese li avrebbero già arrestati e messi in galera. Qui invece hanno già colpito due volte. La vetrata la lascio così, non la riparo più. Ho il timore che torneranno a colpire". E pensare che Lihong Xia ama Ferrara. Viene da Hangzhou, capitale della provincia dello Zhijiang, popolazione che supera i 6,77 milioni di abitanti. Anche quella è la città della biciclette. E’ così lei, due culture, una passione, ha creato il ristorante Cinarmonico. "Per unire due culture, cinese e ferrarese", spiega, una forchettata, la rabbia che la divora.

La ricetta funziona. Tanti i clienti, un via vai continuo. "Ho aperto – racconta – 24 anni fa. Sono stata a Milano, Padova, in Sardegna. Sono in Italia da 38 anni, ho sempre lavorato bene. E qui mi trovo benissimo, ma adesso sono preoccupata. Molto, non riesco a capire, perché ce l’hanno con me?". E’ andata dai carabinieri due volte, ha fatto denuncia. "Ci sono testimoni che hanno visto dove sono fuggiti, dove si sono nascosti. Qui è pieno di telecamere. Perché non li arrestano? Siamo in centro storico, non è possibile accadano episodi così gravi".

Il figlio era ancora nel ristorante quando c’è stato il secondo raid. "Avevo spento le luci, stavo controllando il bagno quando ho sentito quel frastuono. Sono corso fuori, troppo tardi". La prima volta – l’episodio del 21 dicembre – erano invece in tre. Tutti con cappucci in testa, sciarpe per coprirsi il volto. "Non sono certo balordi", è anche la convinzione di Lihong Xia. Dietro di loro c’è una regia, qualcuno che tira le fila, raid studiati, magari su commissione. "Siamo preoccupati, se non vengono in dividuati torneranno a colpire", le sue cupe previsioni. Nella vetrata quella ragnatela, al centro un bozzo dove il sasso ha colpito. Lihong Xia, 54 anni, e la sensazione che colpiscano ancora.