Omicidio Cenci, venerdì l’interrogatorio in cella di Eder

E’ rinchiuso dal 2 luglio quando, a Valencia, strangolò l’ex amico Marcello. Dalla Spagna arriva l’ok all’invio degli atti

LA VITTIMA Il giorno dell’addio a Marcello Cenci

LA VITTIMA Il giorno dell’addio a Marcello Cenci

Ferrara, 7 febbraio 2018 - Venerdì si troveranno faccia a faccia, per la prima volta. Da una parte chi lo accusa, dall’altra chi, fino ad oggi, continua a dirsi innocente. Alle 10 in punto, all’Arginone. Il pm Ciro Alberto Savino e Eder Guidarelli, rinchiuso dal 2 luglio quando, a Valencia, strangolò l’ex amico Marcello Cenci.

Assassinio di Valencia, omicidio aggravato a Eder Guidarelli

«Ma io non ho ucciso nessuno – ha sempre sostenuto l’italo brasiliano difeso dagli avvocati Eugenio Gallerani e Giacomo Forlani, interrogato una sola volta ad Imperia – Ho raggiunto Marcello a Valencia e quella notte abbiamo parlato. Ci siamo lasciati un po’ tristi e un po’ felici». Ricostruzione mai presa in considerazione da Procura e carabinieri del Nucleo investigativo, forti grazie ad elementi schiaccianti raccolti come il Dna (le macchie di sangue) di Marcello ritrovato sulla camicia di Guidarelli, e il telefonino della vittima sulla Fiat Punto dell’indagato. Un uomo «ossessionato dalla gelosia e da un profondo desiderio di vendetta», come lo ha definito il gip Piera Tassoni nell’ordinanza di custodia cautelare, al punto da arrivare a commettere l’omicidio dell’ex amico con «lucida determinazione».

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Ma quella dell’interrogatorio non è l’unica novità dell’inchiesta. Dalla Spagna, alla fine della settimana scorsa, è arrivato l’ok all’invio del fascicolo all’Italia con all’interno l’autopsia sul corpo del trentaduenne. In Procura, alla fine dell’anno, era arrivata la tanto attesa raccomandazione di Eurojust, l’agenzia comunitaria che coordina le magistrature europee chiamata a dirimere la controversia sulla competenza dell’omicidio Cenci.

La diatriba giudiziaria è ben nota: gli spagnoli rivendicano il diritto di processare Cenci perché il delitto si è verificato sul loro territorio. I ferraresi perché il crimine è stato commesso da un italiano su un altro italiano e perché, di fatto, Guidarelli è stato catturato a Ventimiglia. Eurojust si è espressa a favore dell’Italia, indicando Ferrara come luogo in cui celebrare il processo, anche se la sua non è una disposizione vincolante ma solo una raccomandazione. Nell’ultimo incontro avvenuto a dicembre tra le parti, entrambe si sarebbero dette disponibili a seguire l’indirizzo dell’agenzia. Ora, con l’ok della Spagna all’invio degli atti, arriva un ulteriore elemento che fa propendere la bilancia quasi tutta su Ferrara. E in concomitanza con ciò, ecco la decisione di Guidarelli di farsi interrogare. Motivo? Potrebbe essere pronto ad un cambio di rotta, ovvero una sua piena confessione. Strategia che nel futuro processo gli potrebbe essere riconosciuta.