FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Omicidio Ferrara, la confessione del figlio: “L’ho uccisa, non ce la facevo più"

L’indagato è stato ascoltato due ore dal pm. L’anziana aveva problemi di salute e il figlio si occupava di lei. Ma ora diceva di non essere in grado di farsene carico

Ferrara, 24 febbraio 2023 – Una situazione familiare complessa. Da una parte il rapporto esclusivo, quasi simbiotico con la madre. Dall’altra le difficili condizioni di salute dell’anziana, delle quali il figlio non era forse più in grado di farsi carico. Sarebbe un intreccio di questi elementi a fare da sfondo alla tragedia familiare che si è consumata ieri mattina al Barco, nell’appartamento di via Argante nel quale Sandro Biondi, 52 anni compiuti da tre giorni, ha tolto la vita alla madre Maria Luisa Sassoli, 81 anni. L’uomo è stato sentito per oltre due ore in questura dal pubblico ministero Andrea Maggioni. Davanti al magistrato ha ammesso tutto. "Sì, sono stato io". Ha detto di averla uccisa soffocandola con un cuscino mentre era sul letto. Poco dopo avrebbe lui stesso chiamato la polizia, attendendo gli agenti sulla porta di casa. "Non ce la facevo più" avrebbe detto a chi lo ha preso in custodia dopo i fatti.

Durante l’interrogatorio, Biondi ha esposto la sua verità. Dalle sue parole, unite agli elementi raccolti dagli investigatori, sono emerse le circostanze dalle quali, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe scaturita la tragedia. Biondi è vissuto sempre con la madre, in quell’appartamento modesto ma ben curato alla periferia della città. Da sempre il 52enne si era preso cura della donna, che col tempo era diventata l’unica persona nella sua vita. È descritto da tutti come una persona tranquilla ma schiva, con poche frequentazioni e relazioni sociali.

Dopo un lungo periodo di lavoro, da qualche mese era rimasto senza un impiego e trascorreva la maggior parte del tempo con Maria Luisa. Col peggioramento delle condizioni di salute della pensionata, la situazione era probabilmente diventata insostenibile per quel figlio che quotidianamente si faceva carico di lei e dei suoi bisogni. Un malessere che probabilmente, nel corso del tempo, ha scavato e si è fatto strada, fino a sfociare nelle più estreme e impensabili conseguenze.

La relazione tra figlio e genitore, stando a quanto emerso, non era sempre stata rosea. In passato c’erano stati litigi, anche accesi. Tempo fa tra quelle mura c’era stato anche qualche intervento delle forze dell’ordine per calmare gli animi, ai quali però non era mai seguita una querela. Al termine dell’interrogatorio, Biondi è stato accompagnato in carcere. I prossimi passaggi giudiziari dovrebbero compiersi già da oggi, quando il pubblico ministero disporrà l’autopsia sul corpo della vittima e una perizia psichiatrica sull’indagato.

Anche il difensore di Biondi, l’avvocato Monica Pedriali, ha collocato i contorni dell’omicidio in una situazione familiare di difficoltà. "Il mio assistito – ha spiegato il legale – ha reso la sua versione dei fatti. È molto provato, ha sempre accudito la madre e, prima di oggi, le era sempre stato molto devoto". L’avvocato descrive il 52enne come "una persona pulita, che ha sempre lavorato". Riguardo alle liti, si tratterebbe di episodi da ricondurre sempre a quella "situazione di difficoltà" degenerata all’improvviso in un mattino d’inverno.