Incidente all'interporto Bologna: morto operaio di 22 anni, si indaga sui datori di lavoro

Ricostruita l’intera organizzazione relativa alla sera in cui Yaya Yafa è rimasto schiacciato da un tir. L’inchiesta è giunta a una svolta

Yaya Yafa aveva appena 22 anni

Yaya Yafa aveva appena 22 anni

Ferrara, 19 aprile 2022 - Identificare i diretti superiori dell’infortunato". Assumere informazioni "sull’organizzazione del lavoro". Acquisire ogni "utile documentazione" in materia di appalti e subappalti. L’inchiesta sulla morte di Yaya Yafa si allarga con l’occhio della Procura puntato da mesi verso la sicurezza del magazzino 9 di Sda Express Courier all’Interporto di Bologna e sull’intera filiera lavorativa. Da tempo, sul registro degli indagati per omicidio colposo, c’è il camionista di 52 anni (D.G. di Genova) che, durante una fase di manovra, il 21 ottobre 2021 ha schiacciato e ucciso il ventiduenne carrellista della Guinea Bissau residente a Ferrara.

Sicurezza interna . E l’indagine, dopo i rilievi tecnici sull’incidente, è stata dirottata interamente sulla sicurezza interna al magazzino e soprattutto sulla preparazione del ragazzo – al suo terzo giorno messo nel turno di notte e arrivato grazie a un’agenzia interinale – a quel tipo di mansione. Ed ecco allora le richieste del pm Michela Guidi che il 23 novembre chiedeva ai carabinieri della compagnia di Molinella e al servizio Psal Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ausl di Bologna di effettuare una serie di attività. Partendo dall’identificazione dei diretti superiori di Yafa, "con accertamento dell’intera linea gerarchica senza limitarsi all’organigramma fornito dal datore di lavoro". In secondo luogo, assumere informazioni da tutti i colleghi del ragazzo "in merito all’organizzazione del lavoro, facendo precisare come fosse organizzata l’attività e da chi; se fossero formati e informati sui rischi dell’attività e da chi; chi abbia organizzato il lavoro di Yafa la sera dell’infortunio nonché quant’altro sia di utilità per ricostruire le responsabilità". Decine le persone già identificate e tutti coloro che in un modo o nell’altro potrebbero avere avuto responsabilità con l’infortunio mortale sono già state circoscritte con il pubblico ministero chiamato ora a tirare le fila su nuove presunte responsabilità.

Operai preparati? Ma l’inchiesta, da tempo, oltre alla sicurezza interna del magazzino, punta molto sulla preparazione del ragazzo (la famiglia è rappresentata dall’avvocato Riccardo Caniato) a quel tipo di lavoro all’interno dell’Interporto. Insomma, la morte di Yaya Yafa è stata un’orribile fatalità dovuta a circostanze uniche nella loro tragicità oppure ci sono delle falle nella sicurezza legate a un modus operandi superficiale? E lui e i colleghi erano preparati ad affrontare ogni evenienza? Nonostante il suo arrivo da appena tre giorni, il carrellista faceva il turno di notte e nessuno gli aveva affiancato un supervisore. Inoltre, nessuno aveva avvertito il camionista della sua presenza dietro il mezzo pesante. E l’autista non avrebbe mai potuto, da solo, vederlo. Dov’era il piazzalista, addetto proprio al controllo delle operazioni di carico e scarico? Non c’era per una disattenzione oppure ogni piazzalista doveva controllare contemporaneamente più operazioni?

Camion. Intanto, proprio il Tir che ha causato la tragedia, è stato dissequestrato e riaffidato all’azienda ligure proprietaria. Questo dopo aver estrapolato i tracciati del cronotachigrafo sulla motrice (in particolare per date e orari dell’incidente) e ricostruito lo stato di carico del rimorchio.