Paziente curato a distanza morì di Covid: medico a processo

Il 27 maggio Dallari sarà davanti al giudice per l’udienza predibattimentale. Per il decesso del 68enne centese, l’ipotesi di reato è omissione di soccorso

Paziente morì di Covid: il medico lo seguì a distanza, ora deve rispondere di omissione di soccorso

Paziente morì di Covid: il medico lo seguì a distanza, ora deve rispondere di omissione di soccorso

Reggio Emilia, 29 marzo 2024 – A fronte del rapido peggioramento di un paziente affetto da Covid non si sarebbe attivato con tempestività per assicurargli "ogni specifica e adeguata assistenza". Un’accusa della quale Alberto Dallari, medico settantenne di Reggio Emilia, dovrà difendersi in tribunale. L’ipotesi di reato è omissione di soccorso nei confronti di Mauro Gallerani, il 68enne di Cento (Ferrara) che è stato curato via telefono dal 25 agosto al 3 settembre del 2021 e poi è morto per le gravissime conseguenze del Covid. Chiuse le indagini, la procura ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per il professionista. Il caso approderà davanti al giudice per l’udienza predibattimentale il 27 maggio. La vicenda che sarà al centro dell’udienza risale all’estate del 2021, in pieno periodo pandemico. Il medico reggiano aveva preso in cura il 68enne centese assistendolo a distanza (in telemedicina), con un programma terapeutico basato sulla comunicazione giornaliera della temperatura, della saturazione di ossigeno e della frequenza cardiaca. Tutti dati che venivano comunicati al professionista via sms, due volte al giorno.

Oltre a ciò, avrebbe impostato una terapia farmacologica a base di farmaci "per lo più inefficaci, non raccomandati o controindicati dal ministero della Salute e dall’Aifa" per la cura del Covid, tra cui la colchicina e l’ivermectina. Col passare dei giorni, le condizioni di Gallerani sono peggiorate fino alle estreme conseguenze. La contestazione che il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha formalizzato nei confronti di Dallari riguarda essenzialmente il non essersi attivato tempestivamente per assicurare al paziente l’assistenza adeguata. In sostanza, il magistrato imputa al medico non tanto la cura del Covid a distanza, quanto il non essersi mosso ordinandone il ricovero quando le condizioni del paziente erano notevolmente peggiorate. Non solo Dallari non avrebbe preso provvedimenti a fronte del peggioramento del quadro clinico, ma anzi lo avrebbe inviato a non effettuargli chiamate, dopo che Gallerani aveva provato a contattarlo il 28 agosto, né inviargli messaggi vocali. Il medico si sarebbe poi fatto vivo con il paziente soltanto dopo alcuni giorni dalla richiesta di aiuto, quando ormai Gallerani versava in gravissime condizioni, con i soliti sms di prescrizione a distanza di farmaci "inadeguati allo scopo". Gallerani sarà poi ricoverato all’ospedale di Cona dopo la richiesta di intervento del 118 da parte di un’amica che si era accorta della gravissima situazione. Poco dopo è sopravvenuto il decesso. Il centese aveva deciso di affidarsi a Dallari su consiglio di una persona che lo conosceva perché aveva curato altre persone nel Ferrarese. Il medico reggiano ha seguito Gallerani per sei giorni, prescrivendogli antibiotico, antinfiammatorio, eparina e cortisone. Fino al consiglio di assumere ivermectina, un vermifugo che faceva parte di una delle tante terapie alternative circolate in fase di pandemia.